"La soglia dell'APE social è uno di quegli elementi su cui stiamo facendo simulazioni per non fare cose non fatte bene": lo ha affermato nel corso della settimana il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, commentando quello che sarà uno dei nodi più difficili da sciogliere durante il prossimo incontro con i sindacati previsto per il 27 settembre 2016. Il tempo stringe e difficilmente potrà essere ipotizzato un nuovo slittamento, visto il lavoro necessario per tradurre un pacchetto di provvedimenti di tale portata all'interno della Legge di stabilità 2017.
D'altra parte, i tecnici sarebbero all'opera su numerose simulazioni "al fine di evitare una riforma che non sia fatta bene", spiega l'esponente dell'esecutivo. Il problema principale resta quello di determinare risorse sufficienti per tutti gli interventi correttivi e non solo per l'anticipo pensionistico, mentre anche all'interno di quest'ultimo vi sono questioni spinose che non possono essere disattese. Facile il richiamo al problema sofferto dai lavoratori precoci, per i quali l'ultima ipotesi sul tavolo resta quella del bonus contributivo. Un'opzione che in molti vedono al ribasso e che nonostante ciò sembra scontrarsi con le coperture da mettere in conto al fine di garantire l'avvio dell'operazione.
Pensioni anticipate ed APE: resta il problema delle ricongiunzioni onerose
Al di là delle problematiche direttamente collegate con le coperture, restano poi numerose questioni previdenziali che richiedono un intervento di lungimiranza al fine di rendere maggiormente equo il tema dell'accesso all'Inps. A partire dalle possibilità di fruire della pensione anticipata. L'APE partirà in via sperimentale e per il momento risulterà accessibile per circa 24 mesi. "Penso che sarà particolarmente utile per tutte le persone in difficoltà, quelle che hanno perso il lavoro ed esaurito gli ammortizzatori sociali" ha ricordato Giuliano Poletti. "Costoro potranno accedere alla pensione se hanno almeno 63 anni", mentre l'altro requisito saranno i 20 anni di contributi effettivamente versati. "Gli altri valuteranno sulla base delle loro condizioni.
L’Ape non è un obbligo", quindi per coloro che non saranno inclusi nelle cosiddette situazioni degne di salvaguardia vi sarà un costo da pagare, stimato al momento attorno al 5% per ogni anno di anticipo. A lato vi è la questione delle ricongiunzioni onerose, ovvero di quei lavoratori che hanno avuto una carriera discontinua, caratterizzata dai versamenti in diversi profili previdenziali o casse. Per questi soggetti, serve eliminare i costi che ora limitano l'accesso all'Inps. Secondo il Ministro del lavoro si tratta di "una questione di equità: non possiamo far pagare altri costi a chi ha già versato i contributi, ma in gestioni diverse".
Riforma pensioni, serve una misura socialmente sostenibile
Stante la situazione, quello che appare certo è che il lavoro necessario per trovare una quadra è apparso finora più complesso del previsto. Lo certifica la ricalendarizzazione del confronto decisivo tra Governo e sindacati. Ma al di là delle dichiarazioni, resta comunque il fatto che sono ancora molti i punti da chiarire su di un tema così delicato, soprattutto se si desidera centrare l'obiettivo di una riforma che possa dirsi davvero equa e solidale per lavoratori e pensionati. Come da nostra prassi restiamo a disposizione nel caso desideriate aggiungere un nuovo commento nel sito, mentre per ricevere le prossime notizie di aggiornamento sulle pensioni vi ricordiamo di usare la comoda funzione "segui" che trovate in alto, vicino al titolo dell'articolo.