La Scuola-lavoro non è una novità nel mondo, l'Italia come al solito anche in questo non è stata tra i primi a pensarci. Il 28 ottobre il ministero dell'Istruzione ha deciso finalmente di muoversi in tal senso siglando il programma di alternanza scuola-lavoro con 16 organizzazioni, tra cui il colosso americano McDonald’s. In tutta Italia saranno disponibili 10mila percorsi divisi in 500 locali del famoso Fast Food.

Non mancano già le polemiche: molti vedono il programma come un escamotage per far lavorare gratis i ragazzi, dunque regalare manodopera al McDonald’s. I dubbi inoltre riguardano anche l'utilità e i benefici che gli studenti possono trarre da un'esperienza del genere, soprattutto per quanto riguarda la tipologia di lavoro del colosso americano.

La protesta degli studenti

Nella giornata del 2 novembre da nord a sud molti studenti hanno manifestato davanti a decine di locali del McDonald’s. Allo slogan "Benvenuti studenti" della multinazionale americana dopo l'accordo con il Governo, hanno risposto in modo provocatorio con striscioni che riportavano: "Benvenuti studenti schiavi". A guidare la protesta è stato il Fronte della Gioventù Comunista che non digerisce in alcun modo questa proposta.

Il gruppo è pronto a scendere in piazza di nuovo e a chiedere la cancellazione del protocollo d'intesa tra Miur e McDonald's.

Come funziona in Svizzera la scuola-lavoro?

La Svizzera da sempre ha nei suoi programmi scolastici l'alternanza tra lo studio e il lavoro. Si ha la possibilità di scegliere la scuola a tempo pieno oppure un rapporto duale, il classico apprendistato che si divide tra l'apprendimento scolastico classico e la formazione lavorativa. Gli studenti di scuola superiore oltre a studiare svolgono attività lavorative strettamente legate al ramo scolastico scelto: uno studente tecnico elettronico lavorerà con una azienda che si occupa di circuiti e apparecchiature elettriche. Questo programma permette ai ragazzi una volta diplomati di essere già pronti per entrare nel mondo del lavoro.

Molti studenti una volta finito il percorso scolastico rimangono a lavorare nelle stesse aziende che li hanno formati. Durante l'apprendistato gli studenti ricevono comunque un compenso economico per il lavoro svolto. Visto il tasso disoccupazione al 3,8% nonostante la crisi economica questo programma formativo sembra funzionare al meglio.