Ha dell'incredibile la storia che si è verificata nel Bergamasco e che ha come protagonisti un padre e una figlia. La ragazzina, di solo quindici anni, ha iniziato a chattare online con un uomo molto più grande di lei senza conoscerne la reale identità e senza sapere che dall'altro lato ci fosse suo padre.
La denuncia del presidente dell’Aga
L'uomo, come spesso succede sui siti d'incontri, si nascondeva dietro a un nickname. Dalle semplici chiacchiere iniziali di routine in chat, presto, si è passati a messaggi sempre più spinti e a contenuto erotico con l'invio di foto in pose osè, da parte della ragazzina.
Dopo circa un anno di chat, i due hanno deciso di incontrarsi per la prima volta ed è stato in quel momento che alla ragazzina è crollato il mondo addosso: quell'uomo era suo padre. Una psicologa dell’Associazione genitori antidroga di Pontirolo Nuovo, sempre del Bergamasco, ha riferito l'accaduto alla sua associazione, che in seguito è stato denunciato pubblicamente dal presidente Enrico Coppola. La denuncia pubblica del presidente Coppola ha come obbiettivo principale quello riaccendere i riflettori su questo fenomeno e sui problemi del mondo online in generale. Secondo il presidente dell’Aga, la ragazzina ha subito un forte trauma dell'episodio e farà fatica a superarlo. Ora, la giovane ha cambiato scuola e vive solo con la madre, che si è separata dal marito, dopo l'incredibile scoperta.
L'allarme dei rapporti sessuali online non va sottovalutato
Il presidente dell'Aga, Enrico Coppola, parla di un vero e proprio allarme sociale legato alla dipendenza dagli smartphone e dai social networks. Questa dipendenza può sfociare in altre dipendenze strettamente connesse tra di loro. In particolare, il fenomeno dei rapporti intimi online non va assolutamente sottovalutato perché comporta problemi sociali, economici, ma anche più gravi come problemi al fisico o alla mente.
Oggi, sono i giovani gli individui più a rischio, infatti, spinti dalla curiosità verso il mondo della sessualità, trovano in rete tutti quello di cui hanno bisogno in modo semplice, veloce e gratis. Il mondo social, secondo Coppola, estende il problema anche alla droga. Sono numerosi, infatti, i ragazzi che utilizzano Facebook e Instagram come la 'piazza virtuale' dove vendere la sostanza stupefacente, correndo molto meno rischi, rispetto allo spaccio in strada.