Un allarme lanciato dai patronati è relativo agli importi delle Pensioni che percepiscono gli italiani. Sembra che da accurate analisi fatte da questi istituti di assistenza per i cittadini, una pensione su quattro risulterebbe con importi sbagliati. Il dato negativo è che questi errori sono a discapito dei pensionati. In parole povere, un pensionato su quattro percepisce una pensione inferiore a quanto gli spetta realmente.
Errori accumulati nel tempo, il caso di Empoli
In primo luogo, va sottolineato come siano le pensioni più basse quelle in cui risultano esserci più errori. Parliamo di assegni che non superano i 1.200 euro netti al mese e che presentano nel loro importo numerose voci relative a prestazioni a sostegno del reddito, cioè che dovrebbero rendere le pensioni più dignitose. Le voci di cui parliamo sono le maggiorazioni sociali e le integrazioni al trattamento minimo, ma anche gli assegni familiari per parenti a carico. Le cifre mancanti, in media tra i 10 ed i 20 euro al mese, moltiplicate per gli anni in cui questa anomalia si è protratta, portano molti pensionati a vantare un rilevante credito nei confronti dell’Istituto di Previdenza Sociale.
Per esempio, in Toscana, precisamente nella città di Empoli, gli uffici che si sono adoperati a chiedere la rettifica degli assegni previdenziali, hanno prodotto un rimborso di 70.000 euro per 120 pensionati.
Come fare per sistemare la situazione
Negli ultimi anni, la digitalizzazione dei servizi della Pubblica Amministrazione, ha eliminato molta di quella documentazione che gli enti mandavano al domicilio del cittadino tramite posta. Anche l’Inps risulta tra questi, con un modello poco noto ma molto importante che non viene più recapitato ai pensionati, cioè l'Obis M. Si tratta della scheda personale del pensionato dove viene riportata la pensione spettante comprensiva di tutte le voci che gravano sul trattamento pensionistico.
All'interno del modello sono contenute, infatti, le maggiorazioni, gli assegni familiari, le integrazioni e tutte le trattenute, sia per le imposte che per le quote sindacali. Il modello Obis non è scomparso, perché l’INPS lo mette sempre a disposizione dei pensionati, ma va scaricato dal sito INPS online, tramite credenziali di accesso e PIN. Proprio lo studio di questo modello è necessario ai patronati per fare il punto sulla pensione erogata a ciascun cittadino. I patronati si sostituiscono al pensionato che non ha accesso ai servizi online dell’INPS e possono procurargli l’Obis M in modo tale da controllare la pensione. Nel caso di anomalie riscontrate, si potrà intervenire presentando domanda di ricostituzione della pensione al fine di ottenere l'erogazione dell'assegno pensionistico effettivamente spettante.
Inoltre, in sede di domanda di ricostituzione, si possono indicare i periodi per il quale si chiede la "correzione" della propria pensione. In questo modo l’INPS dovrebbe, oltre che aggiornare la pensione che si percepirà mese per mese, elargire gli arretrati dovuti. Va ricordato che la fattispecie di problema di cui parliamo è soggetto a prescrizione decennale, pertanto, se l’anomalia sulla pensione è precedente al 2007, quanto perduto prima di quella data risulta già essere irrecuperabile.