Sono solo 200 le domande accolte dall'Inps sulla base del part time agevolato introdotto lo scorso 2 giugno dal Governo. La misura non ha colto il favore dei lavoratori, che evidentemente hanno scelto di preferire uno stipendio pieno piuttosto che la possibilità di poter ridurre gradualmente l'attività lavorativa, pur salvaguardando contributi e importi delle future Pensioni. Le aspettative del Ministero del Lavoro erano però ben altre, con previsioni di adesione per circa 30mila unità. D'altra parte, la convenienza era da valutare anche per le aziende, che si trovavano a pagare una quota in più in confronto alle ore effettivamente lavorate: la conseguenza è che i costi in capo al datore di lavoro sarebbero stati comunque poco incentivanti.

Probabile che anche questo elemento abbia pesato nelle valutazioni delle parti circa un'eventuale adesione alla misura, mentre gli stessi sindacati parlavano di un provvedimento che per quanto risultasse utile, non appariva in grado di incidere sulle problematiche sentite come più urgenti e gravi nel settore previdenziale.

Pensioni e part time agevolato: ecco come funzionava la misura

Nelle intenzioni del Governo, il part time agevolato era indirizzato ai lavoratori a tempo indeterminato che maturavano il requisito anagrafico (dei 66 anni di età) entro il 2018. Grazie ad un accordo con il datore di lavoro, si rendeva disponibile un piano per il c.d. invecchiamento attivo, che doveva consentire una riduzione dell'orario di lavoro dal 40% al 60%, mentre il lavoratore avrebbe potuto percepire in busta paga anche l'importo che normalmente gli sarebbe stato versato a titolo di contribuzione.

L'Inps avrebbe garantito contestualmente la contribuzione figurativa, affinché l'importo della futura pensione risultasse invariato rispetto ai versamenti di un impiego full time. A livello pratico, il lavoratore avrebbe dovuto ottenere la certificazione dei requisiti dall'Inps, mentre l'accordo doveva essere finalizzato attraverso una contrattazione diretta con il datore di lavoro.

Il Governo sposta le risorse messe a copertura dell'iniziativa

Resta il fatto che la misura non ha incontrato il favore dei lavoratori e le domande sono risultate di gran lunga inferiori alle attese. Tanto che il Governo ha deciso di spostare i fondi accantonati a copertura del provvedimento, prendendo atto dei dati certificati dall'Inps.

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