Questa settimana, in Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati è in calendario la trattazione di una importante proposta di Legge in materia lavoro. Si tratta di un Disegno di Legge del PD, il n° C1041 con prima ,firmataria l’Onorevole Titti De Salvo. L’argomento della proposta di Legge che sarà valutata dalla Commissione riguarda le modalità di pagamento degli stipendi ai lavoratori dipendenti e si prefigge l’obbiettivo di tutelare questi soggetti e mettere fine a comportamenti poco leciti da parte dei datori di lavoro.

Il fenomeno della busta paga falsa

La crisi economica ed occupazionale non sembra ancora risolta, con molti giovani e meno giovani che hanno difficoltà a trovare lavoro e quando lo trovano, devono sottostare ad autentiche angherie senza poter reagire per paura di perderlo. Un caso molto comune nella penisola, ma soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, dove la mancanza di occupazione è ancora più forte è la busta paga falsa. Molto frequenti i casi in cui il datore di lavoro, per assumere un dipendente, chiede allo stesso di accettare stipendi sotto i limiti stabiliti dai Contratti Collettivi Nazionali. Le norme italiane vietano stipendi inferiori a quanto stabilito dai contratti e pertanto, i lavoratori devono sottostare a questa anomalia, pur ricevendo e firmando buste paga che recano un netto in busta in linea con i Contratti.

In parole povere, pur di tenersi stretto il lavoro, i dipendenti accettano stipendi inferiori rispetto alla busta paga. La situazione spesso ha conseguenze pesanti per i lavoratori che pur di continuare a lavorare o di essere assunti, a fine anno si trovano con redditi da dichiarare per stipendi che non hanno mai percepito.

Sale il reddito e si perdono, ,delle agevolazioni fiscali come possono essere le riduzioni delle bollette di gas e luce, sconti e riduzioni sui libri di testo e le mense per i propri figli, oppure si paga di più l’affitto per le case popolari. Il disegno di Legge citato in premessa mira a mettere fine a questo problema cambiando radicalmente ma in maniera semplice il sistema di pagamento dello stipendio.

La soluzione proposta

I proponenti il Disegno di Legge spingono affinché gli stipendi per i dipendenti siano pagati esclusivamente tramite banche o Poste Italiane. Il meccanismo appare semplice, perché in sede di assunzione, il datore di lavoro dovrà comunicare al Centro per l’Impiego anche il nome dell’Istituto di Credito attraverso il quale sarà erogato lo stipendio. In definitiva, il lavoratore potrà scegliere come farsi pagare lo stipendio dalla banca o dalle Poste presso cui il proprio datore di lavoro ha scelto di completare l’operazione. Direttamente in conto corrente, tramite assegno circolare o tramite pagamento diretto allo sportello, il tutto per consentire agli organi di controllo di verificare se il pagamento dello stipendio, compresi anticipi e premi, sia consono alla busta paga consegnata al lavoratore.

Per evitare che il surplus operativo crei maggiori spese per il datore di lavoro, il DL, composto da 5 articoli, propone di interpellare l’ABI e Poste Italiane, per stipulare convenzione con il Ministero del Lavoro. Per i datori di lavoro che non seguono le nuove direttive, il Decreto prevede sanzioni fino a 50mila euro. Così come, la mancata comunicazione al Centro per l’Impiego, dell’Istituto presso cui si pagheranno gli stipendi ai propri dipendenti, porterà immediatamente ad una multa da 500 euro.