Il concorso docenti, ancora una volta, al centro delle polemiche e delle critiche: definito dagli insegnanti come il concorso 'farsa', 'truffa', per l'altissimo numero di bocciati (e non solo), farà registrare anche un numero record per quanto riguarda le ammissioni alla prova suppletiva ordinate dai giudici amministrativi. Lo ha reso noto il quotidiano 'Repubblica' che ha parlato di 1.557 docenti ammessi alla prova suppletiva che si terrà nel prossimo mese di aprile in tutto il territorio nazionale.
Ultime news scuola, mercoledì 15 febbraio 2017: concorso docenti, è boom ripescati
Si tratta, comunque, di un bilancio assolutamente provvisorio visto che si fa riferimento ai dati derivanti dai decreti pubblicati da 9 USR. Si prevede che, alla fine, si potrebbe arrivare a superare la cifra record di quattromila nuovi candidati che, ordinanza alla mano, si giocheranno le loro chances di assunzione.
I ricorrenti che sono riusciti ad ottenere l'accesso alla prova suppletiva vanno dai semplici laureati ai diplomati magistrali, passando per gli insegnanti tecnico pratici e per tutti coloro che hanno ottenuto l'abilitazione o la specializzazione su sostegno dopo la scadenza ultima per la presentazione della domanda.
E non mancano neppure i docenti già di ruolo.
Concorso docenti, record di ammissioni alla prova suppletiva
Il Ministero dell'Istruzione sarà chiamato a dare risposta anche in merito alla procedura di inserimento dei 'ripescati' che supereranno la prova suppletiva, i quali entreranno in graduatoria con 'riserva': il loro inserimento sarà in coda?
Un quesito molto importante perchè potrebbero aggiungersi altri ricorsi. Una prova suppletiva che, in ogni caso, non mancherà di sollevare polemiche, anche perchè, a distanza di un anno, quali saranno le prove computer based che sosterranno gli ammessi al concorso tramite ordinanze dei giudici? Insomma, un pasticcio ampiamente 'profetizzato' dai docenti: impossibile poterlo chiamare ancora 'concorso'. E non dimentichiamoci che, dalla prossima selezione, cambieranno le regole secondo la riforma del reclutamento: in peggio, perchè, purtroppo, al peggio non v'è mai fine.