Continua ad essere il tema della riforma Pensioni l'argomento più caldo, cliccato e di attualità in quest'ultimo periodo. Ed è comprensibile, visto che a molti di noi i vari provvedimenti ci colpiscono in prima persona. Vi abbiamo parlato come nei giorni scorsi sia stato dato l'ok alla franchigia di 12 mesi per quanto riguarda Ape social e lavoratori precoci, oggi, invece, focalizziamo l'attenzione sull'Ape volontaria e su quanto costerà al lavoratore che ne farà richiesta.

Riforma pensioni: l'importo e il costo dell'Ape volontaria

Partiamo col dire che l'Ape volontaria, secondo quanto riportato da Pensionioggi.it, verrà restituita in 260 rate in un periodo di venti anni, tramite una trattenuta che l'Inps effettuerà a danno del lavoratore nel momento in cui avverrà il pagamento della pensione mensile, tredicesima non esclusa. Ed è questa una delle novità più rilevanti del decreto sull'Ape volontaria di cui si sta attendendo soltanto l'approvazione definitiva.

L'importo per ciascun lavoratore sarà calcolato al netto dell'Irpef dovuta solo per quanto riguarda il reddito da pensione, ad esclusione dell'addizionale comunale e applicando le detrazioni fiscali che spettano nel caso in cui l'interessato dovesse avere dei familiari a carico come il coniuge, dei figli o disabili e che sono vigenti nel momento in cui vi è la certificazione da parte dell'Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale che accerta il diritto ad usufruire della prestazione.

Le percentuali dell'importo per l'Ape volontario dovrebbero andare tra il 75% e il 90% dell'importo dell'assegno, in base al tempo richiesto di uscita anticipata. Il minimo è comunque fissato a 150 euro al mese. C'è da dire che a causa dei ritardi per la pubblicazione e la firma dei decreti, l'Ape partirà non prima di giugno e interesserà i lavoratori del settore privato e pubblico dipendenti, gli autonomi iscritti alle gestioni speciali dell'Inps, gli iscritti alla gestione separata dell'Inps.

Ape volontaria, ecco il costo che potrebbe avere

Come ben noto i lavoratori devono avere 63 anni di età anagrafica e 20 di contribuzione per poter fare richiesta di tale intervento, e in più non devono essere distanti dalla maturazione del diritto di pensionamento di più di 3 anni e 7 mesi.

La decurtazione dell'assegno pensionistico ventennale sarà compresa tra il 4,5 e il 5% netto per ogni anno di anticipo in corrispondenza della percentuale massima di prestito richiesta. Per quanto riguarda l'anticipo più alto possibile, l'assegno pensionistico sarà ridotto di oltre il 15%.

In sintesi:

  • da 6 a 11 mesi di anticipo richiesti: l'assicurato può chiedere il 90% dell'assegno massimo
  • da 12 a 23 mesi di anticipo richiesti: l'assicurato può chiedere l'85% dell'assegno massimo
  • da 24 a 35 mesi di anticipo richiesti: l'assicurato può chiedere l'80% dell'assegno massimo
  • da 36 a 43 mesi di anticipo richiesti: l'assicurato può chiedere il 75% dell'assegno massimo