In un'epoca in cui prevale l'individualismo e alcune volte addirittura l'egoismo, in particolare nel mondo del Lavoro dove i singoli si sentono molto spesso isolati in un destino tutto personale, esistono però delle eccezioni, degne di nota non solo per un'analisi sociale o politica dei tempi, ma anche e soprattutto perché... sono belle! È il caso, ad esempio, della Cassa di Solidarietà Ferrovieri, un organismo creato e gestito da un gruppo di lavoratori di questo settore in maniera autonoma, senza legami con alcun sindacato o partito politico.

Nasce la Cassa di Solidarietà

Le origini della Cassa risalgono al 2006, quando i ferrovieri decisero di farsi carico di sostenere alcuni loro colleghi che erano stati licenziati, ritenendo ovviamente che avessero subito un'ingiustizia. Si trattava del macchinista Dante De Angelis, che si era rifiutato di utilizzare l'apparecchiatura denominata “Uomo Morto”, e dei quattro ferrovieri allontanati dal lavoro a seguito della puntata della trasmissione televisiva “Report”, che aveva denunciato gravi carenze di sicurezza nelle linee ferroviarie. Tutti e cinque sono stati successivamente riammessi al lavoro, con grande soddisfazione di tutto il movimento che era stato dalla loro parte.

Da allora fino ad oggi la cassa di Solidarietà si è occupata di altri casi di ferrovieri licenziati o che hanno subito sanzioni disciplinari ritenute ingiuste, sotto la guida del Presidente Marco Crociati, macchinista di Roma, e del suo consiglio direttivo.

Il “caso Antonini”

Attualmente la Cassa si sta impegnando nel sostegno di un altro ferroviere licenziato: stavolta si tratta di Riccardo Antonini, che ha perso il lavoro per aver accettato, a titolo gratuito, di essere il consulente tecnico per i familiari delle vittime dell'incidente di Viareggio, in cui perirono 32 persone. Questa vicenda ha del paradossale: la rivista storica dei macchinisti “ancora In Marcia” sottolinea in un suo comunicato come Antonini di fatto sia stato licenziato dagli stessi dirigenti delle ferrovie che per l'incidente di Viareggio hanno subito una condanna penale, anche se per il momento solo di primo grado.

La Cassa, quindi, si sta facendo carico delle spese processuali di Riccardo Antonini, dando un bell'esempio di solidarietà tra colleghi, piccolo raggio di luce in un mondo in cui le condizioni di chi lavora sono spesso oscurate da molte difficoltà e da molti problemi.