Prosegue la discussione politica sulla 14ma mensilità pagata all'estero. Negli scorsi articoli vi abbiamo aggiornato in merito alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente Inps Tito Boeri e alla risposta arrivata dai sindacati. Oggi torniamo a proporvi un aggiornamento in arrivo dal Senato, dove sarebbe allo studio un intervento correttivo sulle prestazioni assistenziali erogate in favore di chi vive all'estero, da inserire all'interno della Legge di bilancio 2018.
Nella pratica, si tratterebbe di verificare in quali Paesi esiste già un meccanismo di protezione sociale, lasciando l'assistenza solo laddove questa non risulterebbe garantita. Così facendo, per il singolo "non cambierebbe nulla", ha spiegato il Senatore Claudio Micheloni. Il Parlamentare ha infatti specificato che in simili evenienze il Paese di residenza non eroga l'aiuto perché questo viene già pagato dall'Italia, andando ad "alleggerire le casse di Stati come la Germania, che tagliano il sostegno ai nostri cittadini". Micheloni specifica anche che in un tale scenario non sarebbero toccate le Pensioni maturate sulla base degli effettivi contributi, visto che l'intervento risulterebbe circostanziato alle politiche assistenziali.
Pensioni anticipate, i sindacati tornano a ragionare sulla quota 100
Dopo le ultime novità legate all'APE si torna a parlare della cosiddetta quota 100. Si tratta della possibilità di ottenere il pensionamento anticipato tramite la somma di età anagrafica e anni di contribuzione (ad esempio 60 anni di età e 40 anni di versamenti). Secondo una recente nota rilasciata dall'agenzia AdNKronos, il meccanismo di prepensionamento sarebbe allo studio della Confsal, che vorrebbe far decollare i lavori per l'avvio di un disegno di legge che consenta l'uscita dal lavoro una volta raggiunta la quota. L'idea consiste nell'avviare una raccolta di firme, in modo da sostenere il possibile ritorno della misura tra le priorità della prossima riforma previdenziale.
Anche per l'UNSA (Unione Nazionale Sindacati Autonomi) la quota 100 rappresenterebbe una sorta di giusto compromesso tra tutte le diverse opzioni di quiescenza attualmente disponibili. Molte di quest'ultime, benché flessibili, presentano infatti vincoli che ne rendono difficile l'accesso; si pensi ad esempio al caso dell'APE sociale ed ai numerosi motivi di esclusione.
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