Le ultime novità sulle Pensioni anticipate 2018 riguardano i lavoratori precoci. La Quota 41 sembra essere tornato un argomento caro a molti partiti politici, Lega e M5S in primis. La campagna elettorale è ovviamente partita a gran velocità, e ben sanno i leader politici che il campo della previdenza resta uno di quelli che potrebbe garantire molti voti.

Tra le varie promesse elettorali resta anche l’abolizione della Riforma Fornero. Al momento, al netto della campagna elettorale, pare finalmente certo l’avvio dell’ape volontaria, la pensione anticipata a carico dei lavoratori.

Vediamo in dettaglio di cosa si tratta.

Pensioni anticipata ape volontaria: chi potrà usufruirne?

Sabato 13 gennaio 2018 l’esecutivo ha finalmente siglato gli accordi quadro con banche e finanziarie che prenderanno parte all’avvio dell’Ape volontaria. Una forma di pensionamento anticipato non più a carico dello Stato per categorie di soggetti particolarmente disagiati, ma fruibile da tutti coloro che sono disposti a rinunciare ad una parte della pensione pur di accedervi prima. I pensionati over 63 anni, grazie agli accordi siglati tra ministeri, Abi ed Ania potranno accedere ad un finanziamento garantito e rimborsabile con rate ventennali. Il prezzo per poter accedere alla misura pensionistica, a livello di interessi e di penalità, verrà fissato nei primi giorni del mese di febbraio.

Si attende altresì per fine gennaio una circolare Inps che servirà per chiarire i dubbi dei lavoratori, che sono ancora molti e che concernono ad esempio la possibilità di continuare a versare i contributi volontari nel mentre che verrà erogato il prestito, oppure se sarà possibile cumulare gli ammortizzatori sociali e altro ancora.

Stando alle ultime indiscrezioni emerse dopo l’accordo siglato con il Ministro Padoan pare che il costo per ogni anno di anticipo potrebbe essere tra il 4% ed il 5%. L’anticipo richiesto dal lavoratore, che potrà variare dai 6 mesi fino ad un massimo di 3 anni e 7 mesi, non sarà a carico della fiscalità generale, ma peserà sulle spalle del lavoratore che dovrà restituire il prestito acceso in 260 rate.

La somma verrà trattenuta dall’importo pensionistico e dovrà essere resa nell’arco di 20 anni. Per moltissimi lavoratori ed esperti l’ape volontaria sarà un flop come il Tfr in busta paga; probabilmente saranno pochi coloro che per accedere ad un diritto, quello pensionistico, qualche anno prima, saranno disposti ad indebitarsi per un lasso di tempo così lungo.

Pensioni: quota 41 riemerge nei programmi elettorali

Si riapre il capitolo previdenza, sebbene la Legge di bilancio 2018 sia ormai chiusa e per i lavoratori, specie i precoci, le donne e gli esodati si sia ottenuto poco o nulla rispetto ai presupposti iniziali, ora in campagna elettorale tutto pare nuovamente possibile. La quota 41, a lungo richiesta dai lavoratori precoci, ossia la possibilità, senza paletti anagrafici o penalità, di accedere alla quiescenza dopo 41 anni di contributi alle spalle, pare essere tornata tra gli obiettivi di molti partiti.

In particolare a fare promesse ai precoci ci hanno pensato sia la Lega sia il Movimento 5 Stelle. Non resta che comprendere se questa volta chi salirà al Governo avrà davvero la volontà e la 'forza' di trasformare le parole in fatti, facendo davvero qualcosa per questi lavoratori e per tutti coloro che sono rimasti ‘a bocca asciutta’.