Con l’approssimarsi delle elezioni politiche 2018, il crescente dibattito tra le forze politiche sui temi sociali è un chiaro indice di quanto questi argomenti abbiano presa sugli elettori, e quindi vengano sfruttati per attrarre voti. In particolare è centrale nell'attuale dibattito per le prossime elezioni il tema delle pensioni, con proposte di modifica, o addirittura di abolizione, della riforma Fornero (introdotta all'inizio del 2012 a fronte degli attacchi della speculazione finanziaria contro questo paese, riforma allora approvata dalle principali forze politiche).

Irrigidendo sostanzialmente i requisiti per l’accesso alla pensione, la riforma fornero ha prodotto la categoria degli esodati, ovvero individui che avendo perso definitivamente il lavoro prima dell'introduzione della riforma, a seguito di questa hanno visto allontanarsi in misura sostanziale il traguardo della pensione.

Le ben 8 salvaguardie fin qui introdotte dal legislatore non sono state sufficienti per sanare completamente e definitivamente il problema degli esodati: infatti ben 6.000 di questi sono stati esclusi dall'ultima salvaguardia contenuta nella Legge di Bilancio 2017, ed hanno invano atteso che una nuova nona salvaguardia venisse introdotta nella LdB 2018.

In attesa che un nuovo esecutivo possa insediarsi ed operare dopo le imminenti elezioni politiche, i 6.000 esodati esclusi guardano con ansia e attenzione i programmi elettorali dei vari contendenti politici.

Chi promette la nona salvaguardia

Finora hanno preso posizione con chiarezza a favore di un'ulteriore nona salvaguardia, inserendola nel loro programma elettorale, due forze politiche collocate su fronti opposti della contesa elettorale, ovvero la Lega con “...un 'ultima salvaguardia per la platea di esodati esclusi dai precedenti otto provvedimenti” e Liberi ed Uguali con ''...una nona salvaguardia, la definitiva soluzione del problema degli esodati''.

Il Partito Democratico nel suo programma elettorale non ha preso una posizione a favore di una nona salvaguardia, però le recenti parole dell'Onorevole Cesare Damiano, esponente di rilievo di questo partito, già Ministro del Lavoro, e Presidente della Commissione Lavoro della Camera nella legislatura in fase di conclusione, indicano che “...realizzare la nona e conclusiva salvaguardia degli esodati” è un “obiettivo” della sua parte politica.

Visto che la nona salvaguardia è stata 'annunciata' da un ampio spettro di forze politiche che spaziano su quasi tutta la scena della contesa elettorale, i 6.000 esodati esclusi si chiedono cosa possa ancora intralciare una rapida sanatoria della loro situazione, quando un nuovo esecutivo sarà operativo dopo le elezioni.

Le risorse finanziarie necessarie per una nuova salvaguardia non dovrebbero essere un ostacolo alla sua attuazione, in quanto sono disponibili in misura più che sufficiente come risparmi dalle precedenti salvaguardie, ed in particolare dall’ultima, che ha tutelato solo metà delle posizioni inizialmente previste e finanziate.

Gli esodati esclusi si augurano che una nuova salvaguardia diventi una delle priorità del nuovo esecutivo: auspicano che una sanatoria venga rapidamente attuata tramite un Decreto ministeriale, in quanto per molti dei 6.000 esclusi sono già trascorsi i termini di decorrenza della pensione.

In conclusione gli esodati esclusi si chiedono se i programmi elettorali e le prese di posizione di autorevoli esponenti politici possano costituire fonte di autentica speranza per un’ulteriore definitiva #salvaguardia che renda loro giustizia: non resta che attendere l’insediamento del nuovo governo.