È interessante constatare che esponenti politici di opposti schieramenti utilizzano il tema delle pensioni per la campagna elettorale delle elezioni politiche del prossimo marzo. Oggetto delle attuali promesse elettorali è la ben nota riforma fornero, concepita in meno di 3 settimane alla fine dell’anno 2011, con l’obiettivo di salvare le esauste finanze pubbliche nazionali dall’attacco della speculazione finanziaria, e quindi scongiurare il fallimento del nostro paese.
Molte sono state le persone impattate della riforma in oggetto: tutti coloro che si sono visti allontanare la prossima pensione per un periodo che può arrivare fino a 7/9 anni.
In aggiunta questa riforma ha generato gli esodati, ovvero quei lavoratori che prima dell’entrata in vigore della riforma stessa erano usciti dal lavoro "a qualsiasi titolo", tanti accettando accordi di scivolo, ma molti espulsi da aziende in crisi o in ristrutturazione, e accollatisi subito onerosi versamenti di contribuzione volontaria (ovvero avendo stipulato un Contratto con lo Stato che il lavoratore ha onorato mentre lo Stato no). Per tutti questi lavoratori, a seguito delle nuove regole introdotte dalla riforma, la pensione si è allontanata di un numero drammatico di anni, fino a 9 in certe situazioni.
La riforma Fornero è ora in vigore da circa 6 anni, ha ricevuto moltissime critiche, anche da parte degli opposti schieramenti politici che pur l’avevano approvata, però niente di sostanziale finora è stato fatto per attenuare l’asprezza delle sue regole.
Anche gli 8 interventi di salvaguardia a favore degli esodati non hanno sanato completamente il problema di questi lavoratori senza stipendio e senza pensione. Infatti ancora alcune migliaia di esodati (si stima che il numero sia di 6.000 persone, ovvero 6.000 famiglie) attendono un ulteriore provvedimento di salvaguardia (negato dalla LdB 2018) per poter accedere alla pensione con regole ante riforma Fornero.
Chi propone di modificare le regole si accesso alle pensioni
Quanto descritto evidenzia che il tema delle regole per l’accesso alla pensione ha così alto impatto sulle persone da essere sfruttato come argomento di campagna elettorale da opposti schieramenti politici. L’Onorevole Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera nella corrente legislatura, dichiara che “Io proporrei di proseguire nell'opera di smontaggio della Fornero, già ampiamente avvenuta, con nuove salvaguardie che chiudano definitivamente il capitolo degli esodati…”
Da uno schieramento opposto anche l’Onorevole Matteo Salvini propone “la revisione del sistema pensionistico cancellando gli effetti deleteri della legge Fornero”.
Bisogna chiedersi se iniziative sostanzialmente analoghe promesse da schieramenti opposti avranno un percorso di attuazione privo di ostacoli, se non il reperimento delle risorse finanziarie sempre necessarie quando si tocca il tema pensioni.
Nel corso della legislatura in fase di conclusione, le Camere ed il Governo hanno avuto opportunità di sanare completamente l’incresciosa situazione degli esodati e rendere giustizia anche a questi 6.000 esclusi da precedenti salvaguardie: proposte di legge specifiche si sono smarrite nei vari percorsi parlamentari e di commissione; le proposte di provvedimenti nell’ultima legge di bilancio non hanno ottenuto l’approvazione dalle Commissioni (e le ingenti risorse finanziarie risparmiate dai precedenti provvedimenti di salvaguardia, più che sufficienti a sanare e rendere giustizia agli esclusi, sono state invece destinate ad altre iniziative, alcune con maggior ritorno elettorale).
Adesso, passate le elezioni, i 6.000 esclusi sperano che chiunque avrà la responsabilità di governare il paese non si dimentichi delle promesse elettorali, e sani questa incresciosa situazione. In particolare questi 6.000 esclusi hanno apprezzato la sensibilità al loro problema dichiarata dall’On. Damiano con queste parole “nuove salvaguardie che chiudano definitivamente il capitolo degli esodati”, come pure avevano apprezzato la sua iniziativa di legge a questo riguardo presentata nel 2016 e purtroppo arenatasi nel processo di approvazione, e si augurano che questa volta riesca a porre in atto, in forma conclusiva, i suoi buoni propositi nei loro confronti.