Gli ultimi dati emersi dalla Bce non preannunciano nulla di buono nel campo previdenziale. Le ultime notizie ad oggi sulla riforma Pensioni fanno aleggiare l’idea di una Fornero Bis a breve per consentire alla spesa pensionistica di ‘stare in piedi’. Stefano Patriarca, consigliere economico di palazzo Chigi, riconosce che “se dovessimo crescere meno dell’1,5% medio, il futuro si tingerebbe di nero”, ma chiedere già oggi interventi sulle pensioni per evitarlo pare al momento davvero esagerato.

Quel che si può fare, affinché la spesa regga e si conceda comunque la flessibilità in uscita è quella di rendere strutturali le misure dell’ape volontaria e della Rita.

Pensioni 2018, cos'è la Rita?

La Rita, ovvero la rendita integrativa temporanea anticipata, attualmente è prevista in via sperimentale per il periodo che va dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018. La RITA spetta a chi ha cessato l’attività lavorativa o a chi è rimasto inoccupato. La prestazione in questione spetta solo agli iscritti titolari di reddito di lavoro.

Riforma pensioni 2018, quali potrebbero essere le soluzioni per evitare la Fornero bis?

Dal momento che la Commissione Europea a breve dovrebbe diffondere il suo report intitolato “’Ageing Report 2018” e dai rumors le previsioni non sono per nulla buone per quanto concerne il sistema previdenziale italiano che sarebbe a rischio di una nuova Fornero per risanare i conti.

La spesa pensionistica in rapporto al Pil, rimarcherà Bruxelles, che caratterizzerà il nostro Paese quando la generazione di coloro che oggi hanno 40 anni uscirà dal mercato del lavoro, sarà pari nel 2040 al 18,5%. L’unico modo per non vanificare il sacrificio imposto ai lavoratori dalla Fornero ed evitare che le risorse accumulate si dilapidino in 10 anni anziché in 30, come l’Italia aveva previsto, sarebbe, secondo Patriarca, rendere permanenti le innovazioni introdotte negli ultimi due anni.

Dunque maggiore spazio a Rita, ape sociale ed ape volontaria. Patriarca definisce queste misure come “redditi ponte non pensionistici”, che consentono ai lavoratori di uscire anticipatamente dal mercato del lavoro senza che questo aumenti la spesa destinata alla previdenza.

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