C’è una scadenza molto importante che ormai sta arrivando e riguarda una misura previdenziale. Pochi giorni ancora per presentare le domande per accedere ai benefici previsti da un decreto legislativo del 2011, il n° 67. Si tratta della possibilità di accedere alla pensione anticipata prevista per gli addetti alle mansioni particolarmente logoranti o a chi svolge attività lavorativa organizzata in turni comprensivi del lavoro notturno.
La scadenza da ricordare è quella del 1° maggio prossimo, cioè tra appena 4 giorni e riguarda quanti centreranno i requisiti di questa misura nel 2019.
L’istanza
La scadenza è riferita all’istanza di certificazione del diritto di accesso alla pensione in regime lavoro usurante. In pratica si tratta della domanda con cui si chiede all’Istituto di certificare il diritto alla pensione per questi soggetti. La domanda di pensione vera e propria va presentata dopo che l’Inps ha confermato per il richiedente, il diritto ad accedere all’anticipo previsto da questa particolare forma di pensionamento. Una particolare misura che si aggancia ancora al sistema quota che era vigente prima dell’ingresso nel nostro ordinamento della riforma Fornero.
A chi si rivolge
Le attività utili ad accedere a questa forma di anticipo pensionistico, sono state individuate dal decreto prima citato e possono essere raggruppate in 4 categorie specifiche. Ci sono i lavoratori addetti a mansioni pesanti, cioè lavori usuranti in senso stretto come i minatori, gli addetti a lavori in cave o gallerie, i palombari, i lavoratori costretti ad operare con carattere di continuità in spazi stretti o angusti, quelli in attività per smaltimento dell’amianto o quelli che per tipologia di lavoro devono costantemente essere esposti ad alte temperature. Nello specifico, tutte le attività tipicamente riconosciute come usuranti sono elencate in un decreto del Ministero del Lavoro uscito il 19 maggio 1999.
Ci sono poi i lavoratori impegnati in turni che comprendono anche le ore notturne, cioè dalle 24:00 alle 5:00 e che svolgono tali attività per almeno 64 giorni all’anno, per la metà della vita lavorativa o in 7 degli ultimi 10 anni. Stesso trattamento è appannaggio di lavoratori addetti alle cosiddette linee a catena o per i conducenti dei veicoli di trasporto pubblico purché i mezzi di trasporto oggetto del loro lavoro siano di capienza pari o superiore a 9 persone.
Come si va in pensione
Il requisito anagrafico e quello contributivo per accedere alla misura andrà centrato nel 2019 ed è rispettivamente di 61 anni e 7 mesi di età e di 35 anni di contribuzione. Si tratta dei requisiti minimi da raggiungere che però da soli non bastano.
Infatti contestualmente va centrata una quota, data dalla somma di età e contribuzione con le frazioni di anno utili al calcolo. La quota da centrare in via generale è la 97,6, che sale però per alcuni lavoratori notturni in base alle giornate di lavoro svolte di notte durante gli anni. Al riguardo va ricordato che di recente l’Inps ha confermato una rivalutazione per le giornate lavorative svolte di notte che valgono 1,5 volte nel calcolo delle giornate utili alla misura. Per i lavoratori che hanno lavorato di notte tra le 72 e le 77 giornate occorre centrare quota 98,6 così come per quelli che hanno lavorato in questo modo tra le 64 e le 71 giornate, si sale a quota 99,6. La domanda volta al riconoscimento del diritto avviene tramite il modello Ap 45 dell’Inps che poi risponderà al lavoratore indicando la data utile di accesso alla pensione nel 2019, cioè la decorrenza della stessa.