Una importante scadenza sta per arrivare in materia previdenziale per lavoratori che potrebbero riuscire ad anticipare la pensione nel 2019. In un periodo dove le pensioni sono argomento molto dibattuto perché in molti auspicano una nuova riforma che cancelli la Legge Fornero, una pensione da centrare in anticipo è sicuramente cosa interessante. In attesa che dal nuovo Esecutivo escano fuori novità previdenziali importanti, il prossimo primo maggio scadranno le istanze di accesso per la pensione anticipata per lavoratori che svolgono mansioni usuranti.
La scadenza si rivolge a soggetti che centreranno i requisiti di accesso previsti l’anno venturo. La scadenza riguarda anche chi lavora durante l’anno, per un certo numero di notti, perché anche per questi soggetti vale la stessa possibilità dei lavori usuranti, cioè la pensione con ben 5 anni di anticipo rispetto all’attuale età pensionabile, cioè a 61 anni e 7 mesi. Proprio sui lavoratori notturni va registrata una novità interpretativa della normativa fornita direttamente dall’Inps. Ecco tutto ciò che c’è da sapere su questa pensione anticipata.
Istanza certificativa
Il primo maggio come dicevamo, scadono i termini per l’istanza, che non è la vera domanda di pensione, ma solo la richiesta all’Inps di certificazione del diritto all’accesso alla pensione anticipata in regime lavori usuranti.
Coloro i quali matureranno 61 anni e 7 mesi di età, con 35 di contribuzione versata nel corso del 2019, hanno poco più di un mese per presentare istanza. La domanda va presentata all’Inps territorialmente competente, corredata da tutti i documenti utili a dimostrare che effettivamente, l’attività lavorativa rientra tra quelle previste per la misura.
I lavori usuranti sono elencati sul sito dell’Inps e sono attività molto particolari tra le quali gli addetti a lavori sotterranei o in gallerie e i conducenti di mezzi di trasporto pubblici. Il lavoro usurante che permette di rientrare in questa misura deve essere stato svolto per la metà della vita lavorativa (quindi dei 35 anni di contributi minimi richiesti) o in 7 degli ultimi 10 anni.
I notturni e i contributi rivalutati
Alla stregua dei lavori usuranti vengono trattati i lavoratori alle prese con lavoro organizzato in turni, comprendenti le ore notturne, cioè dalla mezzanotte alle cinque del mattino seguente. Anche loro devono presentare istanza all’Inps entro la scadenza prima citata. In relazione a questi soggetti però occorre precisare che oltre alle soglie minime dei 61 anni e 7 mesi di età e dei 35 anni di lavoro necessari, si deve raggiungere anche una determinata quota che varia al variare delle giornate lavorative svoltesi di notte. La quota prevista va calcolata tenendo in considerazione anche le frazioni di anno. Per soggetti che hanno giorni lavorativi per anno, pari o superiori a 78, la quota da centrare è 97,6 che sale a 98,6 per i lavoratori autonomi.
Per lavoratori occupati per un numero di notti lavorative tra le 72 e le 77 all’anno, la quota è di 98,6 per i dipendenti e 99,6 per gli autonomi. Per quelli che invece hanno notti nella forbice compresa tra le 64 e le 7, la quota è rispettivamente 99,6 e 100,6. Con una recente circolare l’Inps ha specificato come il calcolo di queste nottate di lavoro sia agevolato. Infatti ogni nottata di lavoro va rivalutata per 1,5 volte. In pratica 30 notti di lavoro valgono 45 e pertanto centrare le varie soglie, cioè 78, 72 o 64 risulta più facile. Va ricordato inoltre che sono state abolite le finestre mobili e pertanto i soggetti interessati potranno andare in pensione dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui si raggiungono tutti i requisiti, quota compresa.
Infine, alla pensione in regime usuranti o notturni fino al 2026 non si applicheranno gli inasprimenti previsti per l’aspettativa di vita che per esempio, porteranno la pensione di vecchiaia ad essere centrata solo a 67 anni di età già dal prossimo 1° gennaio.