Tra gli obiettivi del governo Lega-5 Stelle c'è quello di cambiare la riforma previdenziale. Questo è infatti uno dei punti del programma politico di Matteo Salvini che è stato inserito nel contratto di governo. Ma come intendono procedere i due leader dell'esecutivo appena formatosi? E cosa attendono lavoratori e disoccupati? Le proposte del governo e le critiche del ministro Fornero.

Pensioni: la proposta dal governo giallo-verde

Per i lavoratori che da anni attendono di poter andare in pensione, finalmente un segnale positivo. Con il contratto di governo sottoscritto da Lega e 5 Stelle si prevede una sostanziale riforma del sistema previdenziale in vigore. Il nuovo governo ha intenzione di dare la possibilità di andare in pensione a coloro che raggiungono la cosiddetta quota 100 e a coloro che hanno 41 anni contributi. Nella nuova riforma saranno inseriti, inoltre, la proroga dell'opzione donna, la separazione fra assistenza e previdenza e il taglio alle pensioni d'oro. Questo porterebbe al superamento del limite posto dalla Riforma Fornero 2011, che dava la possibilità solo ai precoci con 41 anni di contributi di andare in pensione.

Sono ammessi al pensionamento coloro che hanno la quota 100, così chiamata perché data dalla somma dell'età anagrafica e i contributi versati.Riguardo l'opzione donna questa dovrebbe essere prorogata in quanto l'accesso alla pensione con 35 anni di contributi e 57/58 di età non avrà più il requisito della maturazione entro fine 2015. Un'altra novità è rappresentata dal reddito di cittadinanza anche per i pensionati (per coloro che vivono in condizioni d'indigenza) e la pensione di cittadinanza per chi ha un reddito inferiore a 780 euro, ma riguarderà solo chi ha dei requisiti ben precisi e non tutti. L'ostacolo da superare per fare questi interventi sono le coperture. Come troverà i fondi necessari il nuovo esecutivo se l'Europa non accettasse le richieste italiane?

Nell'ipotesi che tutto vada per il meglio un simile intervento potrebbe dare modo a molti di entrare nel mondo del lavoro. Da anni economisti e politici raccontano ai cittadini che i nostri nipoti pagheranno le conseguenze "catastrofiche" dell'abrogazione della legge Fornero, non badando a quanti sono fuori dal mercato del lavoro oggi e che non avranno Pensioni in futuro senza un posto di lavoro. Rispetto al resto d'Europa il Bel Paese ha un doppio record negativo con l'età pensionabile fissata a 67 anni e una tassazione simile a quella dei lavoratori attivi. Dati decisamente più alti rispetto alla media europea relativa all'età pensionabile: 64 anni e 4 mesi per gli uomini e 63 anni e 4 mesi per le donne.

Chi ha una pensione di 20 mila euro lordi annui, inoltre, versa 2 mila euro di tasse in Spagna, mille in Gran Bretagna, 500 euro in Francia e 39 in Germania, mentre in Italia un pensionato paga addirittura 4 mila euro. La riforma delle pensioni, inoltre, dovrebbe riguardare anche i parlamentari, consiglieri regionali e organi costituzionali. Infatti è previsto un taglio delle pensioni d’oro, per chi percepisce più di 5 mila euro netti al mese, senza aver versato i contributi necessari per quella somma.

Le critiche della riforma Fornero

L'ex ministro Fornero ha usato parole forti contro questa riforma così come molti economisti, ma l'impatto sociale della Fornero per i lavoratori italiani è stato forte.

Si è passati dal contributivo al retributivo, determinando un grave danno economico per i pensionati in uscita che l'hanno subita, ma questo ha permesso di recuperare molti soldi per colmare il deficit italiano. Pretendere di lasciare l'età pensionabile così alta porta ad un blocco della precarietà e del normale turn-over. Per l'ex ministro Fornero l'abolizione della sua riforma rappresenta "un atto molto impegnativo e con costi elevati". Tesi confermata anche dal presidente dell’Inps Tito Boeri che ha riferito che per la quota 100 sono necessari 15 miliardi l’anno (che diventeranno 20 miliardi a regime). La Fornero ha poi aggiunto che se si promette una pensione ma poi non si investe per i giovani le cose difficilmente cambieranno.

Inoltre l'ex ministro ha criticato anche l'Ape social definendola una riforma assistenziale. Per l'esecutivo che si è appena insediato, al di là dello scetticismo e delle critiche, c'è un ostacolo grande da superare le coperture. I critici hanno evidenziato che non si può pretendere di andare in Europa e chiedere un aumento del deficit. Al tempo stesso, però, l'Unione ha fatto molte pressioni al nostro paese per l'eliminazione della precarietà.