Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 5 giugno 2018 vedono convergere i sindacati sulla richiesta di un incontro con il nuovo Governo, al fine di discutere le proposte di riforma e flessibilizzazione del comparto previdenziale. Al centro del dibattito restano la proroga dell'opzione donna ed il pensionamento anticipato tramite la Quota 100, che se da un lato consentirebbe a molti di ottenere un prepensionamento, dall'altro rischia di escludere anche tanti lavoratori che vivono situazioni di disagio.

Vediamo insieme tutti i dettagli nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Pensioni anticipate, la proroga opzione donna tra le prime misure in avvio, quota 100 e 41 con vincoli

La proroga dell'opzione donna potrebbe essere una delle prime misure avviate dal nuovo Governo per poter ripristinare la flessibilità previdenziale. È quanto emerge dagli ultimi rumors di stampa, considerato che la misura rientrerebbe tra quelle considerate come maggiormente realizzabili nel breve termine visto il costo più contenuto rispetto alle altre opzioni. Più complicato invece l'avvio delle quote 100 e 41, visto che per mantenere la sostenibilità dei nuovi meccanismi di prepensionamento sembra sarà necessario implementare dei vincoli anagrafici piuttosto severi.

Si parte dai 64 anni di età nel primo caso e di almeno 62 anni nel secondo. Due criteri che però potrebbero vanificare almeno parte dei propositi di flessibilizzazione legati al superamento della legge Fornero.

Pedretti (CGIL): sulle pensioni bisogna evitare pasticci

Il Segretario generale dello SPI - CGIL Ivan Pedretti ha preso posizione in merito all'attuale dibattito previdenziale, chiedendo di "evitare pasticci". Secondo il sindacalista, "non servono proclami ma serve serietà". A tal proposito, "ci sono tante questioni da affrontare: quota 100 e quota 41 sono solo alcune di queste. Bisogna intervenire sull'aspettativa di vita, sul riconoscimento del lavoro di cura delle donne, sulla pensione di garanzia per i giovani e sulla tutela del potere d'acquisto dei pensionati.

Così come bisogna diversificare gli interventi a seconda dei lavori che non sono tutti uguali e separare l'assistenza dalla previdenza". In conclusione, secondo Pedretti "non serve inventarsi niente perché le proposte sono già tutte sul tavolo".

Dalla UIL si chiede di avviare al più presto il confronto

La UIL accoglie come opportuno "l'intendimento del governo di affrontare subito il capitolo della previdenza", motivo per il quale chiede di riavviare al più presto un confronto. Secondo il sindacato, "dopo le positive modifiche della Legge Fornero introdotte negli ultimi anni, occorre completare l'opera attraverso l'estensione della flessibilità di accesso al pensionamento per tutti i lavoratori intorno a 63 anni, utilizzando un mix di interventi utili per raggiungere questo obiettivo".

Allo stesso tempo la UIL chiede di "pensare anche alle alle future pensioni dei giovani che, in questi anni, a causa della precarietà del lavoro, hanno buchi di contribuzione che devono essere colmati". Oltre che alle donne, attraverso la valorizzazione del lavoro di cura e l'eliminazione delle penalizzazioni che continuano a colpirle.

Bentivogli (CISL) sulla quota 100 ed il turn over generazionale

Dalla Fim Cisl arriva una precisazione in merito al superamento della legge Fornero tramite l'avvio della Quota 100. "Mi spiace deluderli entrambi ma la correlazione tra l’uscita dei pensionati e l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro semplicemente non è diretta e, quando accade, è molto limitata", spiega il sindacalista.

Allo stato dei fatti, "più o meno, entra un giovane ogni tre pensionati che escono. Se queste sono le aspettative, il risultato della riforma alla legge Fornero sarà molto deludente" ha quindi evidenziato l'esponente della Cisl, rimarcando che "lo dice uno che la legge Fornero la correggerebbe". Al contrario, la soluzione dovrebbe prevedere di concentrarsi sulla gravosità del lavoro; in caso diverso, la Quota 100 rischierebbe infatti di replicare le ingiustizie attuate dalla Manovra risalente al 2011.

Damiano (PD): Quota 100 e APE (sociale e volontaria) vanno integrate

Dopo la recente intervista di Alberto Brambilla in merito alla prossima riforma previdenziale, l'ex Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano ha fatto il punto della situazione con alcuni ragionamenti di merito.

"Il primo è che la spesa annua per Quota 100 e per andare in pensione con 41 anni di contributi costa all'incirca 5 miliardi all'anno". Una stima che risulta importante per ragionare sulle coperture. "Il secondo punto è che per Quota 100 si intendono 64 anni di età e 36 di contributi", con un vincolo anagrafico che potrebbe risultare non sufficiente rispetto alle problematiche in corso. "ll terzo punto che è stato chiarito è che l'APE sociale verrà abolita: su questo non sono d'accordo, anche perché le 15 categorie di lavori gravosi verrebbero penalizzate". Al contrario, secondo l'esponente democratico serve integrare la quota 100 con l'APE sociale e volontario, perché diversamente si rischia di "fare un passo avanti con Quota 100, che condivido, e uno indietro con l'abolizione dell'Ape sociale".

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