Gli ultimi aggiornamenti sulla flessibilità previdenziale registrano una nuova presa di posizione in arrivo dall'On. Walter Rizzetto (FdI) in merito alla necessità di attuare al più presto (e senza attendere la Manovra di fine anno) provvedimenti come la quota 100 e la quota 41. Nel frattempo dalla Lega si sottolinea la possibilità di arrivare al superamento dalla legge Fornero reperendo coperture per soli 5 miliardi di euro. Mentre dal Partito democratico si esprimono alcune considerazioni in merito ai lavoratori che rischiano di restare esclusi dai provvedimenti in discussione.
Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.
Rizzetto (FdI): per Quota 100 e Quota 41 non serve attendere la legge di stabilità
"Bene le dichiarazioni di Luigi Di Maio su Pensioni e lavoratori. Riferiremo al nuovo Ministro che per Quota 100 ed anche Quota 41 ci sono già ampie proposte e documentazione per applicarli da subito, senza attendere la legge di stabilità". Lo afferma l'On. Walter Rizzetto (Fratelli d'Italia), chiedendo di iniziare subito l'attività parlamentare sui provvedimenti attraverso una risoluzione in Commissione lavoro, così da poter arrivare ad una approvazione delle misure in tempi rapidissimi. "Altrettanto si faccia per il protocollo Opzione Donna che dovrà, a mio parere, essere esteso in termini di proroga almeno al 2019 o, meglio, essere reso strutturale".
Il parlamentare ha inoltre ricordato anche la vicenda delle migliaia di esodati che attendono una salvaguardia, oltre la necessità di affrontare la questione dell'aspettativa di vita.
Brambilla (Lega): l'abolizione della legge Fornero costa appena 5 miliardi
Sul tema delle coperture necessarie al fine di abolire la legge Fornero è intervenuto recentemente anche Alberto Brambilla (ex sottosegretario al welfare negli esecutivi a guida Berlusconi), sottolineando che per riuscire nell'intento sono sufficienti 5 miliardi di euro.
In merito invece al Jobs Act, l'esponente di area leghista ha spiegato che va destrutturato. "Bisogna scendere da 1.000 pagine a un nuovo Statuto del lavoro da 30-40. Poi ridurre la precarietà, cancellando il decreto Poletti. Non toccherei l'articolo 18. Ma ripristinerei i voucher da 10 euro, limitati ai settori originari. Fisserei il salario minimo orario a 9 euro e abolirei gli sgravi sulle assunzioni dei giovani", ha concluso Brambilla.
Damiano (PD): Quota 100 penalizzata se parte da 64 anni
"Sulla Quota 100, se fosse vero che parte da 64 anni di età, questa scelta rappresenterebbe una penalizzazione per chi svolge attività gravose". Lo afferma Cesare Damiano (PD), spiegando che la misura potrebbe essere percepita come ingiusta anche per chi si trova in stato di disoccupazione. "Se poi questa scelta dovesse cancellare anche l’Ape volontaria, che prevede alcune penalizzazioni, toglieremmo la possibilità di andare in pensione a 63 anni con soli 20 di contributi" ha proseguito l'esponente democratico, ricordando che "le pensioni vanno maneggiate con cura" per non arrivare ad un peggioramento della situazione. In merito invece all'opzione donna, l'esponente dem ha spiegato che risulta condivisibile una proroga della sperimentazione ma risulta necessario reperire le risorse.
Infine, sulla quota 41 estesa a tutti i lavoratori l'ex Presidente della Commissione lavoro alla Camera ha indicato il proprio accordo, spiegando che la stessa proposta di legge Damiano/Gnecchi ne prevedeva la realizzazione.