Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 4 giugno 2018 vedono tornare al centro del dibattito politico i vitalizi, sui quali il Ministro del lavoro Luigi Di Maio ha voluto rimarcare il prossimo intervento di abolizione. Nel frattempo il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha sottolineato la possibilità di pensare ad una detassazione degli assegni previdenziali per limitare il fenomeno degli espatri. Dall'Osservatorio dell'Inps arrivano invece alcuni rilievi interessanti in merito agli assegni liquidati negli scorsi decenni. Infine, dai Comitati si mettono in evidenza le preoccupazioni per coloro che rischiano di restare esclusi dalla flessibilità previdenziale nonostante la prossima riforma.

Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Di Maio (M5S): tra le prime cose abolire i vitalizi

"Una delle prime cose che faremo è abolire i vitalizi agli ex parlamentari, perché la delibera è già pronta". Lo afferma il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, spiegando che "Roberto Fico, il nostro presidente della Camera, ci ha lavorato mentre si formava il governo". In questo senso, ha quindi sottolineato che "toglieremo le pensioni privilegiate a chi non le meritava". In merito alle possibili rivalse in sede giudiziaria, l'esponente pentastellato ha infine chiarito: "facciano pure tutti i ricorsi che vogliono, non ci sono problemi".

Salvini (Lega): valutare la detassazione delle pensioni per evitare gli espatri

"Ci sono molti pensionati italiani che spostano la loro residenza in Portogallo o in alcune regioni della Spagna perché non pagano tasse per cinque anni". Lo ha evidenziato il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, spiegando che a tal proposito "mi domando perché l'Italia non possa trattare allo stesso modo i pensionati italiani, ma anche quelli stranieri e tornare ad attrarre persone".

Una posizione che fa quindi riferimento alla possibilità di detassare gli assegni previdenziali, in modo da evitare il fenomeno degli espatri.

Inps: più di 400mila pensioni pagate da quasi 40 anni

Oltre 400mila persone risultano in pensione da più di 38 anni. Si tratta degli assegni liquidati prima del 1980, quando nel pubblico si poteva accedere alla quiescenza con 20 anni di contribuzione ed un'età ben inferiore a quella attuale.

È quanto emerge dall'Osservatorio statistico dell'Inps, che ha stimato in più di 1,7 milioni le pensioni che vengono pagate da oltre trent'anni. Calcoli che rilevano gli assegni di vecchiaia, anzianità e le reversibilità, mentre nel risultato non si tiene conto delle pensioni sociali.

Armiliato (CODS): preoccupazione per nuove misure sul comparto previdenziale

"È vero che il Governo si è appena formato ma, il buongiorno che ci ha dato induce a riflettere e ad essere estremamente, ripeto, estremamente cauti". Lo afferma la fondatrice del Comitato Opzione Donna Social Orietta Armiliato, enunciando le proprie preoccupazioni in merito alle prossime iniziative di riforma nel comparto previdenziale.

In particolare, l'amministratrice evidenzia la possibile cancellazione dell'APE sociale ed il probabile incremento dei requisiti utili per accedere all'opzione donna. Oltre a ciò, "non c’è traccia della volontà di riprendere il discorso rimasto in stand-by con i sindacati che aveva prodotto una interessante piattaforma, sottoscritta dalla parti, e che contemplava una serie di provvedimenti frutto di un lungo ed attento lavoro", nel quale "spiccava il riconoscimento e la valorizzazione del lavoro di cura delle donne".

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori qualora desiderino aggiungere un commento nel sito o nella pagina Facebook "Riforma Pensioni e Lavoro" in merito alle ultime novità su welfare e previdenza riportate nell'articolo.