Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 3 agosto vedono cominciare a delinearsi i possibili interventi di riforma del settore previdenziale che potrebbero essere inseriti all'interno della legge di bilancio 2019. Nel frattempo il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio si scaglia contro "i privilegi dei sindacalisti", ma la replica delle parti sociali non si fa attendere. Dalla Camera arriva invece il prima via libera al Dl Dignità, con importanti riverberi sul mercato del lavoro.

Infine, approfondiamo la possibilità di ottenere l'agognato prepensionamento tramite la fruizione dell'APE aziendale.

Di Maio (M5S): pronti ad intervenire sui privilegi dei sindacalisti

Il Vice Premier Luigi Di Maio ha annunciato al question time alla Camera un prossimo intervento sulle pensioni dei sindacalisti. "La peculiarità dell'ordinamento previdenziale per i sindacalisti consente loro di avere una pensione di privilegio incrementando la retribuzione pensionabile negli ultimi anni di servizi" ha spiegato il Ministro del Lavoro, sottolineando che "il versamento della contribuzione aggiuntiva produce un incremento delle quote di pensione", con la conseguenza di creare "una notevole disparità di pensionamento tra sindacalisti che sono dipendenti pubblici e iscritti ai fondi della gestione previdenziale obbligatoria e sindacalisti che non lo sono", ha spiegato l'esponente pentastellato.

Camusso (CGIL): nessun privilegio sugli assegni dei sindacalisti

Le pensioni dei sindacalisti seguono le normative di tutti gli altri lavoratori. È quanto replica la CGIL alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro del Lavoro Luigi Di Maio in merito ai presunti privilegi delle parti sociali. "Già negli anni scorsi e in particolare dopo l'emergere di alcuni comportamenti truffaldini, che non hanno mai coinvolto la nostra organizzazione, abbiamo sollecitato l'Inps ad adottare interventi più incisivi finalizzati a prevenire abusi", ha evidenziato la leader del sindacato Susanna Camusso, andando al contrattacco. "Anziché sollevare strumentali polveroni sollecitiamo Di Maio a discutere con le confederazioni le misure utili a prevenire e reprimere più efficacemente i comportamenti illegali che danneggiano i sindacati e i lavoratori che rappresentano", ha quindi concluso la sindacalista.

Arriva il via libera al DL dignità: la Camera approva con 312 voti favorevoli

Nel frattempo arriva anche il via libera al Dl dignità. La Camera dei Deputati ha approvato il provvedimento nella serata di ieri con 312 voti favorevoli e 190 contrari (mentre si è riscontrato un solo astenuto). La legge dovrà ora passare al vaglio del Senato. Il provvedimento prevede, tra le varie misure, il rinnovo per due anni del bonus assunzioni per gli under 35, per una platea potenziale di oltre 60mila lavoratori. Oltre a ciò, i contratti a tempo determinato senza causali e superiori ai 12 mesi dovranno trasformarsi automaticamente in tempo indeterminato, mentre sul fronte dei voucher si registra un ritorno di questi strumenti, ma solo per il settore agricolo, alberghiero e con limiti temporali di impiego.

Per la riforma della legge Fornero occhi puntati sul prossimo settembre

Rispetto a tutto quanto appena descritto resta l'attesa di fondo dei lavoratori circa i primi provvedimenti che dovranno sancire il superamento della legge Fornero. Si tratta di riforme già anticipate negli scorsi mesi, ma sulle quali mancano ancora i dettagli di funzionamento. Elementi non scontati, se si pensa ad esempio che dai criteri di applicazione della Quota 100 dipenderà l'effettiva platea dei potenziali beneficiari. Anche per questo non sono mancati nelle scorse settimane i primi malumori, come nel caso del limite d'ingresso a 64 anni ipotizzato dall'esperto previdenziale Alberto Brambilla. A settembre dovrebbe comunque chiarirsi il quadro effettivo della situazione, visto che dopo la nota di aggiornamento del DEF partiranno i lavori ufficiali per la redazione della legge di bilancio 2019.

Uscite anticipate e APE aziendale: la misura disponibile con un semplice accordo

Tra i diversi meccanismi di prepensionamento a disposizione dei lavoratori ve n'è uno che permette di ottenere l'uscita dal lavoro a partire dai 63 anni, sulla base di un accordo individuale e senza costi per il futuro pensionato (perché a carico dell'azienda). Si tratta dell'APE aziendale, una misura che potrebbe risultare utile anche alle stesse imprese al fine di agevolare i prepensionamenti come alternativa alle altre misure di ricambio generazionale. Al momento questa opzione risulta maggiormente conveniente rispetto all'esodo e all'isopensione, ma il limite è costituito dai parametri di accesso. Oltre al vincolo anagrafico esiste infatti un paletto costituito dall'importo del futuro assegno, che non deve risultare inferiore ad 1,4 volte il minimo Inps.

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