Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 1 agosto 2018 vedono emergere nuovi dati dall'Istat circa una possibile frenata del PIL. Si tratta quindi di una situazione che sembra complicare ulteriormente il lavoro di ricerca delle risorse da destinare ai nuovi provvedimenti di riforma del sistema pensionistico, oltre che del welfare. Secondo gli ultimi commenti politici, la questione mette in luce ancora una volta il legame presente tra mondo del lavoro e sistema previdenziale, con la necessità di puntare al rilancio del lavoro stabile. Nel frattempo dalla stampa emerge un nuovo richiamo all'importanza dei contributi figurativi, mentre si registrano novità anche per chi desidera fermarsi nel mondo del lavoro oltre la maturazione del diritto alla quiescenza.
Riforma pensioni 2018/19: la frenata del PIL rimette in discussione i conti pubblici
L'avvio della discussione sulla flessibilità previdenziale coinciderà con quella riguardante la nuova legge di bilancio 2019, ma il nodo dei conti sembra complicarsi ulteriormente anziché sciogliersi. Nella giornata di ieri è stato infatti diffuso il nuovo dato in merito al Prodotto interno lordo, stimato dall'ISTAT per l'anno in corso all'1,1%. Una soglia che potrebbe rendere necessario il reperimento di ulteriori risorse rispetto a quelle già programmate nella scorsa primavera. È quindi evidente che la vicenda potrebbe andare a pesare anche sugli interventi di natura previdenziale, se è vero che gli spazi fiscali si riducono.
Nel momento in cui le proiezioni fossero confermate, la prossima Manovra dovrà infatti prevedere un aggiustamento correttivo per centrare gli obiettivi imposti dagli organismi internazionali. Allo stesso tempo, si dovrà poi tenere conto delle misure "già in programma d'attuazione", tra cui il superamento della legge Fornero, il reddito e la pensione di cittadinanza e l'avvio della flat tax con la riforma del sistema fiscale.
Lanzi (M5S): serve affrontare i problemi del lavoro e delle pensioni con una visione d'insieme
"Negli ultimi anni si è tanto parlato del problema del lavoro, della disoccupazione giovanile, delle pensioni; mai però si sono affrontate queste problematiche con una visione di insieme, con un piano coordinato che vada oltre le ideologie politiche e che tenda al benessere delle persone".
Lo afferma il Senatore pentastellato Gabriele Lanzi, commentando i dati in arrivo nella mattinata di ieri dall'Istat. Secondo il parlamentare, gli aggiornamenti statistici mettono in evidenza che la crescita dell'occupazione può risultare effimera se si basa fortemente sui contratti a termine. Di conseguenza, per l'esponente del M5S è indispensabile invertire la rotta per rilanciare il lavoro stabile, in modo da sostenere non solo l'occupazione ma anche il welfare ed il settore previdenziale.
Pensioni: l'importanza dei contributi figurativi
L'inserto di approfondimento d'economia e finanza del quotidiano La Repubblica ha sottolineato all'interno di un articolo specialistico l'importanza della contribuzione figurativa per riuscire a raggiungere l'agognato pensionamento.
Un punto sul quale è fondamentale che i singoli contribuenti agiscano per monitorare il proprio estratto conto contributivo e verificare il riconoscimento dei periodi utili, anche perché esistono diversi periodi di contribuzione e pertanto diverse valenze (sulla base della tipologia di quiescenza). Bisogna inoltre sottolineare che la questione sembra essere attualmente allo studio dei tecnici del Governo, stante che nelle scorse settimane è stato paventato un intervento sul punto perlomeno in riferimento alle nuove opzioni di uscita in grado di garantire maggiore flessibilità.
La sentenza della Corte di Cassazione: per lavorare fino a 70 anni il datore deve risultare in accordo
Se da un lato la maggior parte dei lavoratori desidera ottenere degli strumenti di prepensionamento rispetto alla rigidità presente nell'attuale sistema, altrettante difficoltà sembrano incontrare coloro che vorrebbero poter proseguire a lavorare oltre la maturazione del diritto.
La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso avanzato da un giornalista che desiderava continuare l'attività fino ai 70 anni. Secondo quanto indicato nella sentenza, per proseguire l'attività serve l'assenso del datore di lavoro. L'eventuale prosecuzione sarebbe quindi legata non ad una scelta del singolo lavoratore, ma ad un accordo consensuale tra le parti. In mancanza del quale, il rapporto di lavoro è destinato a concludersi.
Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori qualora desiderino aggiungere un commento nel sito o nella pagina Facebook "Riforma Pensioni e Lavoro" in merito alle ultime novità su welfare e previdenza riportate nell'articolo.