Boeri (Presidente dell'Inps) non ha dubbi: la riforma Pensioni pensata dal Governo M5S-Lega non funzionerà e deluderà (oltre a rendere più poveri gli assegni), moltissimi lavoratori. Già, perché come ha spiegato in audizione alla Camera, il provvedimento che permetterà di uscire con la quota 100 (62+38) inciderà economicamente sulle tasche dei lavoratori: chi opterà per lasciare il lavoro con il minimo dei 62 anni (quindi 5 anni prima) potrebbe avere un assegno ridotto di ben 500 euro lordi al mese anche se la misura risulta priva di penalità.

Come mai? I dettagli.

Boeri: in pensione da 62 anni ma con 500 euro in meno

L’accesso alla pensione anticipata, possibile grazie alla quota 100 che sarà inserita nella legge di bilancio 2019, sarà usufruibile da quanti abbiano almeno 38 anni di contributi e 62 d’età, ma per Boeri le decurtazioni potrebbero essere pari a circa il 21% rispetto ad un assegno pieno che si percepirebbe andando in pensione con i 67 anni attuali. Perché? Perché dal momento che si tratta di calcolo contributivo la pensione sarà più cospicua in base a quanti contributi il lavoratore versa nell'arco della propria vita, ragione per cui, se si esce 5 anni prima (si tratta di opzione e libera scelta) rinunciando a versare per ulteriori cinque anni i contributi, va da sé che l’assegno a 62 anni sarà inferiore rispetto a quello che si sarebbe maturato uscendo dal mondo del lavoro a 67 anni.

Precisiamo però (a sottolineare che ogni situazione è a sé stante) che il caso prodotto dal Presidente dell’Inps e ripreso dal sito Money parlava di circa 500 euro al mese, ma questo ovviamente dipende dallo stipendio del lavoratore e da quanto effettivamente versa di contributi annualmente.

Quota 100 penalizza come opzione donna? Sembrerebbe di no

La misura di pensione anticipata quota 100 non prevede il ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo (come invece accade per le donne che aderiscono all'uscita anticipata denominata opzione donna con 35 anni di contributi al 31/12/2018 e 58 anni e 7 mesi se dipendenti, e 59 e 7 mesi se autonome) ma sarà privo di penalità. Chiaro che versando meno, la pensione sarà più "leggera", ma il confronto con Opzione donna è ben altra cosa, sebbene anche questa misura sia opzionale per le donne.

Si tratterà comunque di una libera scelta del lavoratore e non di una riduzione imposta; sarà l’interessato, infatti, a decidere se andare prima in pensione oppure se continuare a lavorare così da maturare un assegno pensionistico più alto.