Prosegue il dibattito sul cantiere previdenziale, punto focale di discussione delle ultime ore da un lato quota 100 (dai 62 anni e 38 di contributi con possibile ritorno delle finestre per l’uscita anticipata) dall'altra l’ottenuta proroga dell’opzione donna, ma non per tutte, requisiti differenti che hanno creato malumore tra le possibili escluse e l’intervento a ‘gamba tesa’ di Orietta Armiliato, amministratrice del CODS (Comitato opzione donna social) a sostegno delle donne ancora una volta ‘beffate’ dal Governo.
Riforma pensioni: quattro finestre annuali con quota 100
L'ormai famosa quota 100 (misura che prevede l'uscita anticipata dal mondo dal lavoro tanto attesa da moltissimi pensionandi) non sarà, ormai questo è stato chiarito, la semplice somma tra età anagrafica e contributiva. Infatti, anche se la somma darà come risultato 100, con 41 anni di contributi e 59 d’età (classico esempio per un lavoratore precoce) oppure con 35 anni di contributi versati e 65 anni di età (tipico delle donne) non si potrà andare in pensione. Insomma, non tutte le combinazioni possibili di quota 100 porteranno all'uscita anticipata. Due infatti i paletti ormai ben definiti dal Governo, uno anagrafico: servono 62 anni d’età, e l’altro contributivo: occorrono 38 anni di contributi.
Analizzando le due situazioni sopra dunque, per il precoce, che ha alle spalle già 41 anni di contributi i 59 anni d’età non sono sufficienti per accedere al pensionamento anticipato. Così pure come chi ha 35 anni di contributi e 65 d’età non può accedervi perché ha troppi pochi anni contributivi alle spalle. Ma l’ultima novità concerne le 'finestre'.
Il ritorno al meccanismo delle finestre dovrebbe portare a 4 finestre annuali fino al 2020. Queste quindi le ultime ipotesi allo studio del Governo per far quadrare i conti in legge di bilancio 2019.
Pensioni 2019: ok proroga opzione donna, ma c'è un 'problema'
Non è tutto oro ciò che luccica: la proroga dell’opzione donna promessa al punto 17 del contratto di Governo e tanto sbandierata in campagna elettorale, vi sarà, ma non sarà per tutte le donne, a farlo bene presente non solo le affrante amministratrici Vaia Barboni e Lucia Rispoli rispettivamente dei gruppi 'Opzione donna proroga al 2018' e 'Movimento opzione donna', ma anche Orietta Armiliato del 'Comitato opzione donna social', che si è sempre battuta per il riconoscimento del lavoro di cura delle donne e che oggi è tornata ad incalzare il Governo affinché, avendo cambiato i requisiti in corso, cerchi di ricomprendere le escluse, rispettando le promesse iniziali.
Così scrive Armiliato: "Portiamo quindi la data limite della proroga al 31.12.2019 in modo che le donne nate oltre la data del 31 maggio 1960 possano accedere e non debbano subire un ulteriore pesante ed ingiusto sopruso". Vedremo cosa deciderà di fare il Governo, e se terrà in considerazione questa ulteriore e legittima richiesta.