Nel 2019 il sistema previdenziale italiano sarà di molto modificato con i provvedimenti che l’Esecutivo, con la manovra di Bilancio e con i decreti ad essa collegati, varerà. Novità importanti che non riguardano solo le misure ideate per iniziare a superare le pesanti regole della Fornero. Molta carne bolle in pentola e non ci riferiamo solo a quota 100, aspettativa di vita e opzione donna, ma anche per quanto riguarda le modalità di calcolo delle Pensioni che poi finiscono nei conti e nelle tasche dei pensionati.

Ecco come cambierà il sistema nel 2019 con tutte le novità di cui si parla in questi giorni.

Pensioni in anticipo

Dal punto di vista delle novità previdenziali tutto sembra pendere verso il varo di quota 100 e opzione donna. Per le due misure le indiscrezioni indicano che siamo ai dettagli. La quota 100 nasce con due paletti prefissati, quello dell’età anagrafica da centrare, cioè minimo 62 anni e quello della contribuzione utile, che sarà di 38 anni. Le combinazioni possibili che permetteranno di anticipare la pensione di svariati anni rispetto ai 67 della pensione di vecchiaia saranno 62+38, 63+38, 64+38, 65+38 e 66+38.

Nessun'altra combinazione sarà possibile per la nuova quota 100. Per lasciare il lavoro con il nuovo strumento bisognerà attendere l’apertura delle finestre, che in base alle ultime ipotesi dovrebbero essere 4 all’anno per i dipendenti privati e 2 per gli statali, ad esclusione del personale della scuola che avranno una finestra unica annuale. Per opzione donna invece siamo ancora più avanti visto che il decreto è pronto e dato che non si tratta di una autentica novità bensì di un riavvio di una misura già sperimentata anni fa. Con opzione donna si lascerà il lavoro con una pensione calcolata con il sistema contributivo, con 58 anni di età e 35 di contributi. Prende sempre più corpo l’ipotesi di congelare lo scatto di 5 mesi dell’aspettativa di vita per le pensioni anticipate che non salirebbero a 43 anni e 3 mesi di contributi, ma resterebbero a 42 anni e 10 mesi (in un modo o nell’altro, per le donne il requisito è ridotto di un anno esatto).

Cambiano i requisiti un po’ per tutti

Parlavamo di aspettativa di vita che nel caso in cui l’ipotesi di blocco sulle pensioni anticipate saltasse, produrrà un aumento di 5 mesi per quasi tutte le prestazioni pensionistiche dal 2019. Infatti i nuovi requisiti di accesso saranno:

  • pensioni di vecchiaia: 67 anni di età e 20 di contributi;
  • pensioni anticipate: 43 anni e 3 mesi di contributi (43 e 3 per le donne);
  • pensione di vecchiaia contributiva: 71 anni con 5 di contributi;
  • pensione anticipata contributiva: 64 anni di età e 20 di contributi;
  • Quota 41: 41 anni e 5 mesi di anzianità lavorativa
  • Ape volontario: 63 anni e 5 mesi di età con 30 o 36 anni di contributi

Già confermata l’esenzione da questi incrementi per lavori usuranti, notturni e gravosi.

Altre novità

Nel 2019 cambieranno anche i tassi di rivalutazione del montante contributivo in pensioni. Il Ministero del Lavoro ha confermato il nuovo tasso di rivalutazione all’1,3478%. Salgono anche se di poco le pensioni perché questo tasso di capitalizzazione serve per adeguare la pensione che si accredita anno per anno versando i contributi, all’incremento del Pil. Cambiano anche i coefficienti di trasformazione dei contribuiti in pensioni. In questo caso, a discapito dei neopensionati. Infatti ci sarà da fare i conti con una riduzione dell’1% di un soggetto che va in pensione nel 2019 rispetto ad uno del 2018, ipotizzando due lavoratori identici come carriera lavorativa e contribuzione versata.

Questo perché i dati Istat sull’aspettativa di vita incidono anche sui coefficienti ed aumentando la vita media degli italiani, si tende ad erogare pensioni inferiori perché da pagare per un lasso di tempo maggiore. I coefficienti, cioè i parametri che servono per trasformare i contributi versati in pensioni nel 2019 saranno meno favorevoli per i lavoratori.