Arrivano importanti aggiornamenti in merito ai dati sui pensionamenti anticipati in Italia nel primo semestre del 2019. Le statistiche dell'Istituto pubblico di previdenza mettono infatti in evidenza il forte trend registratosi a livello di pratiche inoltrate da parte dei lavoratori, con i flussi di richieste che risultano addirittura triplicati rispetto all'anno precedente.

Se si prendono infatti come riferimento i dati del settore privato (non condizionati dalle finestre semestrali previste per la quota 100 nel pubblico impiego), al termine dello scorso mese di giugno emergevano oltre 233mila richieste di accesso alla pensione, delle quali più di 96mila erano riconducibili ad assegni anticipati oppure di anzianità.

Uscite flessibili fortemente sostenute dalla quota 100

Vista la rigidità attualmente presente nei criteri di accesso alle Pensioni anticipate, appare chiaro che sul fenomeno ha inciso fortemente la nuova quota 100. L'opzione consente di ottenere l'accesso all'Inps già a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di contribuzione, permettendo quindi un'alternativa a coloro che non riescono a raggiungere i requisiti di legge previsti per la pensione anticipata della legge Fornero o per gli altri meccanismi di prepensionamento attualmente previsti nel sistema previdenziale pubblico.

Sui flussi hanno comunque inciso anche le altre opportunità di prepensionamento, come la quota 41 destinata a chi vive particolari situazioni di disagio. Oppure l'opzione donna, prorogata al 2019. Contemporaneamente, si registra anche un rallentamento delle uscite di vecchiaia, dovuto all'irrigidimento dei requisiti di accesso (visto che a partire da quest'anno risulta necessario maturare almeno 67 anni di età, oltre ai canonici 20 anni di contribuzione).

L'importo medio dell'assegno erogato dall'Inps risulta superiore alle 1800 euro

Per quanto concerne l'importo medio dell'assegno anticipato erogato dall'Inps in favore dei lavoratori dipendenti del settore privato, la media si attesta attorno alle 1800 euro lorde al mese, scendendo a circa 1500 euro qualora si tengano in considerazione anche gli emolumenti versati in favore dei dipendenti pubblici.

L'età media delle nuove pensioni flessibili erogate nel corso di quest'anno si attesta invece attorno ai 62 anni e 4 mesi. Da notare che i dati Inps mettono contemporaneamente in evidenza anche un brusco rallentamento nell'erogazione delle cosiddette pensioni sociali, che risultano più che dimezzate rispetto a quelle erogate nell'anno precedente. La motivazione è ancora una volta identificabile nell'applicazione dell'adeguamento all'aspettativa di vita, visto che anche in questo caso nel 2019 i richiedenti devono attendere la maturazione dei 67 anni di età per poter accedere alla prestazione di natura assistenziale.