Sul tema della flessibilità previdenziale e dei vincoli derivanti dalla legge Fornero arrivano nuove prese di posizione dal Partito Democratico, dopo che negli scorsi giorni i sindacati (ed in particolare la Cgil) avevano lanciato un nuovo allarme. Il caso riguarda in particolare il futuro pensionistico dei giovani. Sulla base delle ultime elaborazioni effettuate dalle parti sociali, questi ultimi si troveranno infatti a lavorare sempre più a lungo e con assegni sempre più bassi. Un'eventualità che sarà ancora più concreta in caso di carriere precarie.
Per Damiano (PD) la preoccupazione della Cgil è condivisa
Proprio rispetto allo scenario appena delineato, Cesare Damiano ha parlato di una preoccupazione condivisa all'interno di un lungo post pubblicato su Facebook. Nel proprio commento, il dirigente Dem ha quindi rilanciato le proprie proposte correttive sui vincoli previsti dalla legge Fornero per il sistema contributivo puro. In particolare, si chiede di eliminare il paletto di un assegno corrispondente ad almeno 2,8 volte la minima (cioè circa 1400 euro lorde al mese) al fine di accedere alla pensione anticipata a partire dai 63 anni di età. Tale vincolo scende inoltre ad 1,5 volte la minima solo al raggiungimento dell'età utile per la pensione di vecchiaia.
Risulta quindi evidente che per tanti giovani attualmente coinvolti in carriere discontinue, sarà molto difficile centrare questi vincoli fissati dall'attuale normativa.
Riforma pensioni, vincoli assurdi per l'uscita anticipata
Stante la situazione, appare chiaro che il raggiungimento di tali paletti previsti dalla legge Fornero per il sistema contributivo puro risulta particolarmente difficile per chi si trova a vivere già oggi in condizioni lavorative di disagio.
Tanto che Damiano parla di un "obiettivo assurdo" per coloro che inseriti in questo sistema, desiderano accedere alla pensione a partire dai 63 anni di età. Oltre a ciò, si aggiunge anche il problema dell'entità del futuro assegno, con importi che già oggi rischiano di andare ad incrociare quelli erogati per il reddito e le Pensioni di cittadinanza.
Per questo si evidenzia la necessità di una pensione di garanzia. Infine, l'esponente Dem ricorda la necessità di andare a sanare le altre storture del sistema. Si pensi ad esempio al riconoscimento dei "periodi di inattività e formazione ai fini contributivi". Il tutto per dare una risposta concreta ai giovani ed ai lavoratori che si vedranno costretti a confrontarsi con un sistema di regole penalizzante, "dopo le ubriacature della flessibilità, delle liberalizzazioni e del risparmio, al massimo ribasso, sul costo del lavoro" conclude Damiano.