Il bilancio italiano sull’emergenza Coronavirus aggiornato a ieri 22 marzo riporta 651 persone decedute (il 21 marzo, i decessi erano stati 793). Il totale delle vittime sale così a 5.476. Anche all'interno della Protezione Civile 12 dipendenti sono risultati positivi al Coronavirus.
In dettaglio la situazione al 22 marzo è la seguente: nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del nuovo Coronavirus sul territorio nazionale i casi totali sono 59.138, al momento sono 46.638 le persone che risultano positive al virus.
Le persone guarite sono 7.024. I pazienti ricoverati con sintomi sono 19.846, in terapia intensiva 3.009, mentre 23.783 si trovano in isolamento domiciliare. I deceduti sono 5.476, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
Coronavirus: la nuova stretta del Governo
I numeri sono ancora preoccupanti, ma il fatto che rispetto al giorno prima ci sia stato un piccolo calo dei contagi (quasi 4000 ieri, oltre 4600 il giorno antecedente) induce a sperare in un cauto ottimismo. Non è comunque il momento di allentare la presa: ne è consapevole il Governo, che in un nuovo decreto vieta di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso da quello in cui ci si trovi.
Sono fatte salve le esigenze lavorative, di assoluta urgenza o i motivi di salute. Chiaro l'intento a monte, evitare cioè i trasferimenti di massa dalle regioni del Nord a quelle del Sud.
Stop anche alle aziende la cui attività non venga giudicata di interesse primario ed essenziale: è stato firmato poco dopo le 19 di domenica 22 il decreto che definisce le attività essenziali che potranno continuare a essere aperte dopo la nuova stretta: il decreto è in vigore da lunedì 23, le aziende avranno tempo per completare la chiusura fino a mercoledì 25. Al di là dell'elenco completo è bene precisare che farmacie, parafarmacie e supermercati continueranno normalmente col proprio operato. Autorizzati a rimanere aperti anche altri istituti responsabili di servizi bancari, finanziari e postali.
Queste nuove misure si sono rese necessarie per cercare di dare una stretta definitiva al propagarsi del contagio, che in alcune regioni - come sottolineato anche dalla virologa Ilaria Capua nel corso di uno dei suoi ultimi interventi -, Lombardia in primis, sta avanzando in modo molto prepotente: 'In Lombardia il virus agisce in modo molto violento, la situazione al momento è inspiegabile, qualche fattore ci sfugge ancora. Speriamo che non serva un vaccino, vorrebbe dire che il virus ha attenuato la sua forza'.