Nella giornata di ieri, 20 marzo, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha firmato l'ordinanza numero 19 contenente ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. La prima prevede la chiusura di tutti i cantieri salvo quelli legati alle attività pubbliche e a quelle sanitarie. L'altra impone l'interruzione delle attività di 550 comuni, tranne che per i servizi essenziali. Nella stessa ordinanza De Luca richiama le Amministrazioni pubbliche al rispetto delle norme vigenti su limitazione della presenza del personale e smart working.
La presenza fisica dei dipendenti deve essere dunque ridotta ai soli casi strettamente necessari e l’accesso del pubblico va disciplinato comunque attraverso prenotazione.
Misure drastiche volte a fronteggiare un aumento dei contagi in Campania, dovuto non solo al ritorno dei cittadini dal Nord ma anche all'inciviltà e irresponsabilità di molti individui che non rispettano l'obbligo di quarantena casalinga.
Coronavirus, bollettino 20 marzo: 47mila i positivi totali
La situazione insomma continua ad essere disperata. Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale diffuso dalla Protezione Civile alle ore 18 di ieri, si evince che al momento 37.860 persone risultano positive al virus.
Ad oggi, in Italia sono stati 47.021 i casi totali registrati. Il numero di positivi varia ovviamente da regione in regione: 15.420 in Lombardia, 5.089 in Emilia-Romagna, 3.677 in Veneto, 3.244 in Piemonte, 1.844 nelle Marche, 1.713 in Toscana, 1.001 in Liguria, 912 nel Lazio, 702 in Campania, 555 in Friuli Venezia Giulia, 600 nella Provincia autonoma di Trento, 530 nella Provincia autonoma di Bolzano, 551 in Puglia, 379 in Sicilia, 422 in Abruzzo, 384 in Umbria, 257 in Valle d’Aosta, 288 in Sardegna, 201 in Calabria, 39 in Molise e 52 in Basilicata.
Da inizio pandemia sono 5.129 le persone guarite, mentre i deceduti sono 4.032 (questo numero sarà confermato solo dopo le analisi dell'Istituto Superiore della Sanità che determinerà con precisione l'effettiva causa del decesso).
Ancor più della grave situazione di emergenza sanitaria in atto, a spaventare è l’incoscienza umana, il rendersi conto di quanti cittadini stiano ancora uscendo di casa nonostante l'obbligo di quarantena. Sebbene ci si trovi ad un mese esatto dal primo contagio in molti non hanno ancora evidentemente chiaro quale sia lo stato di cose.
Non si spiegherebbero in nessun altro modo le quasi 50mila denunce comminate dalle forze dell'ordine per violazione del decreto.
Il Covid-19, è bene ricordarlo, ha un tasso di riproduzione aggressivo: una persona positiva al virus può cioè contagiare in media altre 3 o 4 persone. Al momento, l'unico modo per contenere il contagio da Covid-19 è quello di restare chiusi in casa per evitare di creare nuovi focolai di contagi. Una riduzione nel numero di malati significherà dare respiro agli ospedali, che potranno occuparsi dei degenti in modo più specifico e meno caotico. L'efficacia della quarantena casalinga è stata tra l'altro confermata dal caso cinese, dove la popolazione è stata in pratica bloccata per tre mesi nelle proprie case. Oggi però se ne raccolgono i frutti, con 0 nuovi contagi da tre giorni a questa parte nella zona di Wuhan.