Governo e sindacati puntano sull'isopensione e sui contratti di espansione per arginare il vincolo dei 67 anni delle Pensioni di vecchiaia. I due strumenti, inquadrati come "scivoli" rispetto ai vincoli della riforma Fornero, garantirebbero fino a sette anni di anticipo, ma è necessario che le imprese facciano la propria parte, oltre alle risorse della legge di Bilancio 2021.

Tuttavia, nell'incontro di ieri 14 ottobre tra governo e sindacati, si è deciso di puntare sul potenziamento dei due strumenti, già in vigore, andando a modificare alcuni requisiti di accesso. Ad oggi, l'isopensione permette il prepensionamento degli esuberi delle aziende, mentre con i contratti di espansione si può anticipare l'uscita dei lavoratori sia rispetto all'età della pensione di vecchiaia che sui contributi necessari per le pensioni anticipate.

Pensioni anticipate, ultime novità di oggi: nel 2021 uscita da 60 anni con l'isopensione

L'intervento nella legge di Bilancio 2021 del governo sul capitolo pensioni in tema di scivoli agevolati per le aziende andrebbe a modificare il regime in vigore dell'isopensione.

Gli esuberi del personale verrebbero smaltiti con prepensionamenti fino a sette anni, con uscita a partire dai 60 anni rispetto alle pensioni di vecchiaia. Nella trattativa di ieri si è discusso sulle modalità per agganciare il prepensionamento: le imprese potrebbero beneficiare di agevolazioni per i primi due o tre anni dell'uscita del lavoratore attraverso la Naspi. Sostegno, quest'ultimo, che potrebbe essere rafforzato anche per i contratti di espansione, già previsti dal decreto "Crescita" del 2019 e finora non ancora utilizzati pienamente per i vincoli imposti alle imprese. Infatti, l'ipotesi è quella di dimezzare da 1.000 a 500 il numero minimo dei dipendenti delle aziende che possono fare richiesta di prepensionamento dei propri dipendenti.

Lo strumento, in ogni caso, va inquadrato nell'ottica della staffetta generazionale, con la sostituzione dei dipendenti prossimi alla pensione con le generazioni più giovani, il tutto regolato dal piano di riorganizzazione industriale dell'azienda stessa.

Pensioni, ipotesi uscita a 62 anni o con 37 e 10 mesi di contributi per la riforma del 2021

Secondo l'attuale disciplina dei contratti di espansione, le aziende beneficiarie possono agevolare la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata dei propri dipendenti con dimezzamento dei tempi di attesa fino a cinque anni. Nel primo caso, l'anticipo garantito potrebbe arrivare fino a cinque anni anagrafici, dei quali attualmente i primi due sono coperti da Naspi, con uscita del lavoratore a partire dai 62 anni di età.

Se si agisce sull'anzianità contributiva del lavoratore, e quindi sulle pensioni anticipate, lo stesso anticipo può essere applicato ai versamenti prodotti. Pertanto, i 42 anni e dieci mesi di contributi attualmente previsti per la pensione anticipata si ridurrebbero a 37 anni e dieci mesi, mentre per le donne si partirebbe da 36 anni e dieci mesi per l'anno di sconto riconosciuto nel caso di uscita anticipata.