Proprio nella giornata di oggi, il senatore Tommaso Nannicini è tornato a parlare di riforma di Pensioni e di superamento della quota 100 a partire dal 1° gennaio 2022. Lo ha fatto dalla sua pagina Facebook nella quale ha ricordato che, esattamente un anno fa, lanciava la sua proposta di "pensione equa", ancorata sulla quota 92 per superare la quota 100, con una "riforma vera e strutturale e non da vuoti annunci propagandistici". A 12 mesi esatti da quella proposta i nodi della riforma pensionistica rimangono ancora non sciolti, come osservato dallo stesso Nannicini, il quale ammonisce: "Non basta dire non rinnoviamo quota 100 se poi non costruiamo un'alternativa".
Riforma pensioni anticipate e post quota 100: ultime novità di oggi su quota 92 e uscita a 62 anni
Il rilancio delle pensioni anticipate a quota 92 deriva dal disegno di legge numero 1010 presentato dalla Commissione Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale il 23 gennaio 2019, qualche giorno prima della presentazione dell'allora governo M5S-Lega del decreto numero 4 che ha istituito le pensioni a quota 100 (28 gennaio). Nel disegno di legge, recante "Misure urgenti per la flessibilità e l'equità intergenerazionale del sistema previdenziale" e per l'istituzione delle pensioni di garanzia a favore dei lavoratori giovani, si faceva già riferimento alla quota 100 come soluzione tampone, e non come riforma strutturale e in senso flessibile delle pensioni, nell'ormai quasi decennale percorso di riforma della legge Fornero.
Inoltre, nel disegno di legge si prevedevano già le critiche che sarebbero state mosse alla quota 100 negli ultimi mesi: la temporaneità della sperimentazione determinerebbe iniquità di trattamento allorquando la stessa quota 100 non venisse prorogata oltre la sua scadenza naturale, ovvero il 31 dicembre 2021, estromettendo dalla possibilità di uscita a 62 anni i lavoratori che maturino i requisiti a partire dal 1° gennaio 2022.
Nel disegno di legge che porta la firma, tra gli altri, proprio di Tommaso Nannicini l'auspicio è quello di arrivare a una vera riforma delle pensioni che garantisca uguaglianza sociale, sostenibilità finanziaria ed equità tra le generazioni e di superare gli interventi tampone e le elargizioni categoriali.
Pensioni quota 92 per il superamento di quota 100: uscita con 30 anni di contributi
Il post pubblicato poche ore fa da Tommaso Nannicini termina con la promessa che il senatore nei prossimi giorni tornerà sul tema della riforma delle pensioni e della proposta della quota 92. Proprio nelle settimane in cui il governo sta tenendo i tavoli di confronto con i maggiori sindacati per arrivare a una riforma strutturale e flessibile delle pensioni, la quota 92, con uscita a 62 anni unitamente a 30 anni di contributi, potrebbe rappresentare la soluzione pensionistica delle categorie che Nannicini definisce "deboli", ovvero quelle sui quali si modella l'Ape social a favore dei disoccupati, dei lavoratori gravosi, dei disabili e dei loro familiari.
Pensioni anticipate a 64 anni per il post quota 100 e nuova opzione donna
Insieme alla quota 92, la riforma delle pensioni proposta dal senatore contempla anche le pensioni anticipate all'età di 64 anni, misura che andrebbe incontro a chi non rientri nelle categorie "deboli". Sulla base di quanto già previsto dalla riforma Fornero per i lavoratori che abbiano iniziato a lavorare e a versare contributi a partire dal 1° gennaio 1996, la proposta denominata "opzione uomo-donna" permetterebbe l'uscita a chi accetti il ricalcolo delle pensioni con il meccanismo contributivo in presenza di venti anni minimi di versamenti. A favore delle donne, il termine della sperimentazione della quota 100 sarebbe ammortizzato dall'ulteriore e continua proroga dell'opzione donna: tuttavia, nel disegno di legge, all'articolo 4, si legge che i requisiti anagrafici della misura verrebbero incrementati a partire dal 1° gennaio 2022 di 12 mesi per ciascun anno solare, fino a concorrere - si parte dai 57 anni per le dipendenti e dai 58 anni per le autonome - con il requisito previsto dalla pensione anticipata contributiva dei 64 anni.