Arrivano novità importanti sulle Pensioni e sui provvedimenti che il governo Draghi potrebbe prendere, proprio a breve, in quella che potrebbe essere una mini riforma in vista della fine di quota 100. Una delle misure già in vigore dal 2019, e sulla quale lo stesso Draghi è intervenuto più volte proprio nel corso del 2021, il contratto di espansione, potrebbe subire ulteriori modifiche con l'abbassamento dei requisiti di accesso.
Si andrebbe, pertanto, ad allargare la possibilità di pensione con uscita cinque anni prima, ovvero ad assicurare pensioni a 62 anni o con 37 anni e 10 mesi di contributi a "quasi tutti" fino al 2026. Intanto, per la misura di pensione con contratto di espansione attualmente in vigore, e già ritoccata al ribasso dal decreto Sostegni bis, i lavoratori rientranti nella possibilità di beneficiarne nel 2021 hanno tempo fino al 2 settembre per trovare l'accordo con aziende e sindacati e sfruttare l'anticipo di cinque anni.
Pensioni anticipate con uscita 5 anni prima: le ipotesi di riforma per il 2022
Le pensioni con 5 anni di uscita anticipata attualmente permettono alle imprese con almeno 100 unità lavorative di poter mandare in prepensionamento i propri dipendenti grazie all'adesione volontaria dei beneficiari stessi e nell'ambito di progetti di ristrutturazione del personale aziendale. Già la legge di Bilancio 2021, dell'allora governo Conte bis, aveva abbassato il requisito del minimo delle unità lavorative aziendali da 500 a 250. Mario Draghi, con il decreto Sostegni bis del 2021, ha più che dimezzato il limite minimo dell'ampiezza aziendale portando il requisito a 100 unità. Lo stesso governo, nell'ambito della riforma degli ammortizzatori sociali che si appresta a varare, dovrebbe ulteriormente dimezzare il limite minimo a 50 unità lavorative.
Il che vorrebbe dire che le pensioni anticipate sarebbero accessibili a quasi tutti.
Pensioni a 62 anni o con 37 anni e 10 mesi di contributi: Draghi potrebbe allargarle a quasi tutti
Lo sconto dei 5 anni dei contratti di espansione vale sia se l'obiettivo di anticipo è rivolto alla pensioni di vecchiaia (uscita dai 62 anni rispetto ai 67 anni) che per le pensioni anticipate. Lo sconto di cinque anni sui contributi comporta l'abbassamento dei versamenti dagli attuali 42 anni e 10 mesi validi fino a tutto il 2026 (41 anni e 10 mesi per le donne) a un'uscita, rispettivamente, a 37 anni e 10 mesi e 36 anni e 10 mesi. È facile ipotizzare, dunque, un allargamento consistente della platea dei prossimi pensionati a partire dal 2022: il tessuto economico italiano è composto, per la stragrande maggioranza, da piccole e medie imprese, proprio la platea aziendale che verrebbe maggiormente coinvolta nel processo di ristrutturazione del personale e dell'uscita dei lavoratori per il ricambio generazionale.
Riforma pensioni e ammortizzatori sociali: nuove misure in arrivo per uscita anticipata, disoccupazione e RdC
L'estensione delle pensioni con il contratto di espansione e allargamento ai lavoratori delle imprese più piccole si inquadrerebbe nel più ampio processo di riforma del mercato del lavoro che ha in mente il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Il pacchetto comporterebbe l'allargamento degli ammortizzatori sociali sostanzialmente a tutti: anche ai lavoratori delle imprese di più piccole dimensioni (da uno a cinque addetti) si vedrebbe riconosciuta l'indennità per 13 settimane del sussidio della Cassa integrazione guadagni a carico dello Stato. Inoltre, dal 2022 è prevista la messa a regime dell'Iscro, l'indennità prevista per circa 300mila iscritti alla Gestione separata Inps, ovvero gli autonomi e le partite Iva, il rafforzamento della disoccupazione Naspi e Dis-coll, l'allargamento dello strumento "Gol" con il quale il governo interverrà sulle politiche attive e, dunque, anche sul reddito di cittadinanza.
Pensioni, entro il 2 settembre prossimo l'accordo con i sindacati per le uscite del 2021
Di immediato, invece, ci sono le pensioni programmate per l'ultimo scorcio del 2021 con il contratto di espansione. Nonostante manchino quattro mesi alla fine dell'anno c'è tempo solo fino al 2 settembre per trovare l'accordo con i sindacati se si vuole utilizzare la pensione con uscita prima di cinque anni rispetto alla vecchiaia o ai contributi dell'anticipata. La scadenza deriva dalla circolare Inps numero 48 del 2021 con la quale l'Istituto previdenziale ha determinato che le uscite delle pensioni rientranti nel contratto di espansione possono avere come ultima data di recesso dal rapporto di lavoro il 30 novembre prossimo, e la decorrenza dell'assegno a partire dal successivo 1° dicembre.
Ma lo stesso Istituto previdenziale, con il messaggio 2419 del 2021 ha ricordato che i datori di lavoro devono presentare domanda di esodo non oltre il limite dei tre mesi precedenti la decorrenza del primo assegno di pensione.
Pensioni con uscita a 62 anni: come si presenta la domanda Inps
Pertanto, calcolando i 90 giorni precedenti al primo assegno di pensione che decorrerebbe dal 1° dicembre, la scadenza che se ne ricava per trovare l'accordo e l'adesione dei lavoratori da mandare in pensione deve pervenire entro il 2 settembre prossimo. L'attivazione del contratto di espansione comporta la trasmissione, entro giovedì prossimo, dell'accordo ministeriale all'Inps utilizzando il cassetto bidirezionale con modello SC96.
Una volta che l'Inps accerti il requisito dimensionale, ovvero l'attuale limite minimo delle 100 unità lavorative, si rende accessibile il portale degli esodi con inserimento telematico della lista dei dipendenti che sono prossimi alla pensione.