Il caso Volkswagen riguardante la manipolazione dei dati delle emissioni delle auto diesel negli Stati Uniti, sembra essere logicamente esteso anche in Europa e in tutto il resto del mondo. In Italia, Altroconsumo ha infatti avviato degli accertamenti: dalle prime indagini pare che i dati relativi alle auto Euro 6 non siano stati truccati, ma l'associazione circa un anno fa aveva già denunciato la prassi dei consumi fuorvianti divulgati dalle case e non corrispondenti a quelli reali per il semplice fatto che le prove in laboratorio sarebbero nettamente differenti da eventuali test su strada dove il traffico è certamente maggiore (il 2 ottobre 2015 si terrà a Venezia l'udienza per valutare l'ammissibilità della class action).

Ulteriori aggiornamenti da parte della casa produttrice hanno rivelato che la questione riguarderebbe solo i diesel equipaggiati con propulsore "ea 189", e in tutto il mondo sarebbero circa 11 milioni le auto a rischiare il richiamo, ma la scoperta del software intelligente per eludere i controlli EPA statunitensi fa pensare che ci sia ben altro in ballo.

A far da padrone nella sfera mediatica sono infatti altre ipotesi, alcune delle quali già dimostrate, altre smentite, che riguarderebbero diverse argomentazioni, come il controllo della stessa Volkswagen o l'attuazione di uno stratagemma per chiedere aiuto economico al governo tedesco, o addirittura una strategia di marketing.

La prima domanda che è già rimbalzata ovunque sullo scandalo che ha sconvolto il mercato, riguarda la possibilità che il governo tedesco fosse a conoscenza di quanto falsamente dichiarato sulle emissioni delle auto diesel della Volkswagen. A tal proposito anche i francesi hanno già lanciato una vera crociata contro la società tedesca e, nonostante le scuse dell'azienda, le preoccupazioni dei consumatori sono più che motivate. Ma le domande sono ancora molte.

Quali altre ipotesi sullo scandalo Volkswagen?

  • Una strategia per far percepire la società in difficoltà dal governo tedesco: secondo alcuni, la Volkswagen avrebbe attuato lo scandalo per ottenere aiuti dallo Stato, altrimenti non giustificati dai conti dell'azienda. Tale pettegolezzo sembra però rivelarsi quasi assurdo in quanto gli utili totali della società tedesca ammonterebbero a duecento miliardi di euro, anche se in realtà c'è chi pensa già al fallimento;
  • Una pubblicità gratuita: va di moda e questo lo sanno tutti, ma pianificare una strategia marketing basata sullo scandalo risulterebbe davvero di pessimo gusto e probabilmente rischierebbe di danneggiare il marchio dell'azienda;
  • Una vendetta: secondo quanto riportato sul Quotidiano.Net, a dare la dritta agli statunitensi sui trucchi tedeschi sarebbe stato il patriarca Ferdinand Piech, battuto in aprile dal suo figlioccio Martin Winterkorn, per il controllo della casa madre. Quest'ultimo, venerdì 25 settembre 2015 potrebbe lasciare il suo posto allo stesso Piech (anche se ha già dichiarato che lotterà per la sedia da AD), o alla moglie di Piech, Ursula, alla quale voleva cedere il suo posto e che era già riuscito a far entrare nel consiglio di sorveglianza;
  • Controllo della società: già nel 2008 il capo della Porsche, Wendelin Wiedeking, voleva assorbire la ‘madre’ Vw dopo aver ottenuto il consenso della famiglia Porsche. Anche in quella occasione Piech si era opposto con aggressività, vincendo una battaglia costata diversi miliardi. Ma ora, dopo lo scandalo, le Borse sono altalenanti.

Pettegolezzi?