Gli Stati Uniti non sono un Paese di vergini innocenti (buona parte delle schifezze mondiali è di loro invenzione), ma su una cosa sono davvero ammirevoli: quando ci si fa “beccare” ad infrangere la legge, non fanno sconti a nessuno. In ambito automobilistico, dopo le “magre” collezionate da Ford (pickup che si ribaltavano), Toyota (acceleratori che rimanevano bloccati a fondo corsa), General Motors (airbag che non esplodevano o che esplodevano spontaneamente: multa record da 900 milioni di dollari) e tanti altri (Alfa Romeo fallì per la eccessiva difettosità delle 164), adesso è sotto accusa la Volkswagen.
O prestazioni o pulizia ambientale
Qui c'è di peggio: non si tratta di un difetto emerso nei veicoli, tanto da obbligare il produttore a rimediarvi a proprie spese, ma è stato scoperto un preciso dolo progettuale. Una premessa tecnica: anche ai più sprovveduti automobilisti sarà accaduto di percepire l'equazione “più corro e più inquino”. Se non fosse così, le supercar e le Suv di elevata cilindrata inquinerebbero come una minuscola utilitaria. Basta osservare il dato di anidride carbonica (corresponsabile dell'effetto serra) prodotta per ogni km percorso (le riviste di settore adesso lo indicano), per verificare tale realtà. Costretti da norme ambientali sempre più rigide, da anni i costruttori cercano di quadrare il cerchio, ovvero quello di consumare il meno possibile (meno carburante si brucia, meno anidride si produce) senza fare scendere troppo le prestazioni.
Toyota ha inventato l'ibrido, cioè un piccolo motore a scoppio usato solo come generatore di corrente; la trazione è elettrica: sistema vincente in città, dove le frequenti frenate vengono sfruttate per produrre corrente da incamerare nelle batterie. Qualcun altro ha puntato su carburanti intrinsecamente “puliti”, come gas gpl e metano.
Generalmente si lavora sul calo dei pesi (più il veicolo è leggero e meno carburante da bruciare richiede).
Non difetto emerso ma dolo progettuale
Il caso di oggi, riguardante la Volkswagen è differente, perfino truffaldino: le Vw ed i motori dell'intero Gruppo (Audi, Skoda etc...), normalmente sono ammirate per la loro brillantezza nelle prestazioni e per la loro “pulizia” ambientale, tanto da affermarsi sui mercati più attenti a questo problema, California in testa.
Purtroppo sembra emergere che questo risultato sia stato ottenuto “truccando le carte”. Ogni motore Vw 4 cilindri diesel cilindrata 2000 (sicuramente dal 2009) è stato dotato di un software che, all'atto delle prove di omologazione, oppure all'atto della revisione prevista sui veicoli circolanti, rileva l'essere “sotto esame” e ritara i parametri per ottenere le migliori performance ambientali, a scapito delle prestazioni (potenza, velocità, accelerazione) su strada. Staccata l'apparecchiatura di verifica, lo stesso software riprogramma la propria centralina per “riportare i cavalli spariti” nel motore. L'Environmental Protection Agency statunitense non l'ha presa bene ed ha disposto l'immediato richiamo di oltre mezzo milione di veicoli.
Cynthia Giles, a capo dell'ufficio di controllo dell'EPA afferma che non si tratta solo di una frode commerciale, ma di un autentico attentato alla salute di milioni di Americani. Oggi il titolo Volkswagen in Borsa ha perso il 22%, come dire che il crimine non paga.