Da quando la BCE ha lanciato il programma di acquisto di titoli obbligazionari allo scopo di adottare una politica monetaria espansiva basata su livelli bassi del costo del denaro, uno dei settori che ne ha beneficiato di più è stato quello dei mutui. Da inizio anno è aumentato il numero dei contratti stipulati, sia come nuove operazioni, sia come rinegoziazioni di quelli in corso (surroghe) e i mutuatari che avevano optato per formule a tasso variabile si sono visti applicare condizioni addirittura inferiori allo spread visto il livello negativo dell'Euribor.

Mentre in passato era il tasso variabile la scelta più seguita, in questi ultimi mesi è stato il fisso a farla da padrone vista la ridotta differenza tra lo spread applicato sul tasso variabile e il tasso fisso finito (spread + IRS), differenza talmente bassa da premiare la possibilità di avere una spesa certa per tutta la durata dell'ammortamento. Ma fino a quando durerà questa situazione?

Per i mutui a tasso fisso IRS in aumento nelle ultime settimane

Nell'ultimo periodo vuoi per i timori legati alla Brexit, vuoi per un riposizionamento dei mercati in previsione di una riduzione dell'intervento della BCE, i tassi hanno incominciato a salire.

Il tasso IRS, il parametro che viene preso a riferimento per il calcolo del tasso fisso,  è risalito nell'ultimo mese di circa una 0,20-0,30 sulle scadenze 10-30 anni. E' un fuoco di paglia o un'inversione di tendenza? Impossibile a dirsi e comunque questo non è il luogo adatto per simili previsioni.

Se avete in mano un preventivo per un mutuo a tasso fisso tornate in banca  a farvelo rifare

Di certo comunque  se nei prossimi giorni siete in procinto di stipulare un mutuo a tasso fisso non fate i vostri conti sulla rata calcolata qualche mese fa ma tornate in banca a rifare un preventivo. L'aumento di questo ultimo periodo non è stato tale da pregiudicare la preferenza della scelta del fisso rispetto al variabile ma comunque è meglio informarsi per non avere sorprese ed evitare polemiche il giorno della firma.

Se invece non prevedete di stipularlo a breve termine, partendo dal principio che nessuno ha la sfera di cristallo, sarebbe bene verificare almeno 20 giorni prima della data dell'atto quale sarebbe la vostra rata. Le banche, nel caso di mutui a tasso fisso, non usano tutte la stessa modalità di rilevazione del tasso IRS applicato al finanziamento. C'è chi prende quello rilevato il primo giorno del mese, chi l'ultimo, altre quello del giorno antecedente alla stipula. E' bene chiedere già in sede di preventivo (se non lo avete già fatto) quando sarà rilevato questo parametro in modo da avere già le idee chiare per il giorno della firma. Per il momento la risalita dei tassi non è stata violenta, ma se il vento cambiasse non fatevi trovare impreparati e valutate con il vostro gestore la possibilità di scelte alternative.