Le turbolenze che, nelle ultime ore, hanno colpitomercati finanziari portano a pensare che l'aumento di liquidità da parte della BCE stia giungendo al termine. Infatti le reazioni sono state l'aumento della valutazione dell'euro, e la vendita straordinaria di titoli di stato. Queste reazioni sono tipiche conseguenze del tapering. Il termine individua la pratica attraverso la quale la banca centrale diminuisce la quantità di denaro immessa nei mercati per l'acquisto, principalmente, di titoli di stato e segna l'inizio della fine delle politiche espansive messe in atto attraversoil quantitative easing.

Questa situazione ci ricorda quanto avvenne negli Stati Uniti tra il 2013 e il 2014, quando la Federal Reserve diminuì il ritmo di riacquisto di asset sul mercato. Negli Stati Uniti le politiche espansive vennero introdotte nel 2009 per rilanciare un'economiabloccataa seguito della crisi economica che di lì a poco avrebbe contagiato l'intero mondo finanziario con le conseguenze che tutti conosciamo e che, per certi versi, stiamo ancora subendo.

In Europa il quantitative easing hapermesso di tenere sotto controllo le valutazioni dei titoli di stato, ma poiché il collegamento tra finanza ed economia reale non è propriamente efficiente, si ha ilrischio chele conseguenze di questa pioggia di denaro (ad oggi 80 Miliardi al mese) possanoavvantaggiare esclusivamente i possessori di asset ad elevato rischio.Gli analisti però sono concordi nell'affermare che una estensione del quantitative easing oltre marzo 2017 sia più che probabile.

Anche se ancora una smentita ufficiale da parte di un'istituzione credibile, come può essere la BCE, non c'è stata. Per ora queste variazioni e relativi effetti non sono molto rilevanti, ma di certo possono essere un campanello di allarme per metterci in guardia sulle politiche da sostenere per far fronte al tapering e al conseguente blocco del quantitative easing, che al momento sembra ancora lontano, ma che sarà necessario per riportare la situazione alla normalità.

Si può essere d'accordo o meno con queste politiche, ma tutti devono essere concordi nell'affermare che per attutire l'eventuale contraccolpo che le economie europee potrebbero subire bisogna avviare preventivamente un processo di stabilizzazione il più sostenibile possibile.