Gli italiani hanno speso meno per l’acquisto, la manutenzione e l’utilizzo dell’auto. È questa la conclusione a cui è giunta l’Aci analizzando i dati della ricerca riferiti all’anno 2009. Per la prima volta dal 1990 l’italiano medio ha speso un 2,3% in meno per la propria autovettura, dati che in denaro raggiungono la quota di 165 miliardi di euro. Parallelamente si riscontra un calo del prelievo fiscale (-5,6% rispetto al 2008) sui veicoli, nonostante sia aumentato il parco circolante (+265.000 unità). Crescono anche le spese legate ai parcheggi e ai pedaggi autostradali.

Nel dettaglio la spesa d’acquisto dell’auto lo scorso anno è salita dello 0,4% fino a 58 miliardi di euro, mentre è calata del 3,4% la spesa per l’assicurazione RCA e per i carburanti (-10%). L’auto si usa meno e si sono imposti modelli di consumo inferiori rispetto al passato. “Il progressivo ammodernamento del parco auto è stato favorito dalla politica degli ecoincentivi” ha dichiarato il presidente Aci, Enrico Gelpi. “Una politica che andrebbe reintrodotta non solo per evitare la crisi del settore, ma anche per introdurre veicoli a misura di città, meno inquinanti e più sicuri”.

Gli italiani risparmiano sull’auto scegliendo i self service per il rifornimento di carburante e sfruttano la concorrenza fra le varie compagnie assicurative scegliendo quella meno cara.

Un periodo non facile questo per le compagnie assicurative, oltre alle denunce da parte dell’Adoc sulle presunte irregolarità nella sottoscrizione delle polizze e i problemi derivanti dal mercato delle false Rc auto, ora il cliente è diventato più oculato nello scegliere la polizza più conveniente per sé. È notizia di oggi la chiusura in rosso del primo semestre dell’anno da parte di Milano Assicurazioni con un risultato negativo di 195,3 milioni di euro, che pesa ancor di più se confrontato con l’utile di 50,7 milioni registrati nel giugno dell’anno precedente.

Nel settore auto i premi ammontano a 1.116,3 euro, in calo del 2,4% a seguito delle azioni intraprese per il recupero di redditività in un settore che manifesta da tempo segnali di deterioramento tecnico rispetto al passato.

L’aumento delle polizze auto ha tenuto banco nelle ultime settimane ed è valso anche l’intervento dell’Isvap, l’ente statale che sorveglia le assicurazioni, che ha finalmente preso posizioni nette contro le imprese assicurative, colpevoli di aver aumentato notevolmente in costi e di elargire scarsi rimborsi.

Le polizze auto in Italia costano praticamente il doppio di quanto avviene in Germania, Francia e Spagna, in media 407 euro contro i 222, 172 e 229 nell’ordine. Nel periodo 2002-2009 il premio medio per l’Italia è cresciuto del 18% contro il 7,1% della media europea. Un aumento che era prevedibile già da tempo. L’Ania, l’associazione delle imprese assicurative, si difende dichiarando che in Italia 8,6 automobilisti su 100 denunciano un sinistro all’anno, quasi il doppio della Francia e almeno 20% in più della media europea. Insomma “Italiani popolo di furbetti”. Ma l’anno dopo questi costi verranno spalmati su tutti con un relativo aumento dei premi assicurativi. Ciò avviene con la tacita connivenza delle compagnie assicurative che si limitano solo a premiare, in misura quasi irrisoria, chi non provoca incidenti, anziché farlo anche con chi non ne subisce e non denuncia sinistri.

È un cane che si morde la coda. Chi è il furbetto?

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