La primavera araba sembra essere stata soltanto un'illusione. DalRapporto Onu, formato da 30 pagine,che copre il periodo tra il 15 gennaio e il 15 maggio 2013, presentato aGinevra, dalla Commissione Onu d'inchiestasulla Siria, emerge la denuncia di violenze gravissime, e di preoccupantilivelli di brutalità che ha raggiunto il conflitto. Con altri 17 massacri perpetuati ai danni della popolazione civile: "Forze governativee milizie affiliate hanno commesso omicidi, torture, stupri, spostamenti esparizioni forzate e altri atti inumani. Molti di questi crimini sono statiperpetrati nell'ambito di attacchi diffusi o sistematici contro le popolazionicivili e costituiscono crimini contro l'umanità".
Mentre centinaia di profughi tra cui moltissime donne ebambini, fuggono intrappolati dalla Siria alla Libia, le forze governative hanno assediato il Paese, e i gruppi armati anti-Assad continuano a mettere in pericolo la popolazione, posizionando obiettivi militari mentre icivili sono in fila per comprare il pane: questo è il contenuto del Rapportopresentato al Consiglio, e il presidente della Commissione d'inchiesta, il brasilianoPaulo Pinheiro, oltre ha denunciarei crimini di guerra e contro l'umanitànel Paese, elencando tutte le violazioni del diritto umanitario internazionale,dalle esecuzioni sommarie, agli arresti illegali, ai saccheggi e distruzioni diproprietà e beni protetti. Il presidente si è soffermato sull'assedio d'intere località daparte delle forze governative e dei ribelli.
Ad ogni modo il pericolo più grande, secondo la CommissioneOnu, sembra la possibilità che una quantità significativa di armi chimiche e sostanze tossiche, dicui non si conoscono i precisi agenti tossici, siano state utilizzate durante ilconflitto in almeno 4 attacchi afuoco: "Ci sono fondati motivi di ritenere che quantità limitate di sostanzetossiche siano state utilizzate in quattro attacchi in Siria".
La Commissione ha precisato che a causa di mancanze di provenon possono determinare i precisi agenti chimici utilizzati, e i loro autori,ma sotto accusa sono i quattro attacchi che hanno colpito Khan Al-Asal (Aleppo, 19 marzo), Oteiba (Damasco, 19 marzo), il quartiere di Sheikh Maqsud (Aleppo, 13 aprile) e Saraqeb (Idlib, 29 aprile), il presidente brasiliano ha inoltresottolineato che in assenza di un attacco su larga scala: "Prove certe possonoessere raggiunte solo dopo test di campioni prelevati direttamente dallevittime o sul sito del presunto attacco", a tale scopo è stato organizzatoun gruppo di spedizione di esperti Onu, per indagare e raccogliere le provesull'utilizzo di armi chimiche e biologiche nel Paese.
Durante la conferenza stampa, il presidente ha spiegato comesono giunti a queste drammatiche conclusioni, attraverso 430 interviste condotte in Siria, via Skype o al cellulare da Ginevra, con le vittime e i testimoniimprigionati nel Paese, ma anche grazie al materiale, alle foto e informazioniraccolte dai giornalisti inviati di guerra:"I testimoni che abbiamo intervistato includono vittime, rifugiati fuggitidalle zone e personale medico".