L'Ucraina ci sembra lontana ma non per questo si può ignorare ciò che sta avvenendo. Gli scontri di questi ultimi giorni a Kiev ed in altre città del Paese hanno avuto come conseguenza la morte di decine di manifestanti. Noi europei siamo direttamente coinvolti nella vicenda, sia emotivamente che economicamente. Il popolo ucraino ha scelto l'Unione Europea. Il governo, invece, rinnegando gli accordi sottoscritti per l'adesione all'Unione, ha scelto di riavvicinarsi alla Russia.
È evidente che la pressione esercitata da Putin è stata talmente forte e persuasiva da costringere il governo ucraino ad abbandonare l'idea dell'adesione all'Unione Europea.
Durante la scorsa notte, le vittime della repressione sarebbero venticinque. Anche papa Francesco ha lanciato un appello affinchè cessino le violenze. Barroso, Presidente della Commissione Europea ed Hollande, Presidente francese, hanno duramente condannato i governanti ucraini.
Molti sono gli ucraini che da anni lavorano nel nostro Paese e che, ora, sono in ansia per i loro cari rimasti in patria. È chiaro che l'Europa unita non può restare osservatore distaccato ma deve, come sta incominciando a fare, prendere posizione. Gli interessi economici sono importanti. Dall'Ucraina arriva il gas necessario per le nostre case e le nostre imprese. Se la Russia riuscisse, come sta tentando di fare, a riportare nella sua sfera di controllo l'Ucraina, avrebbe un'arma in più contro l'Unione Europea.
Noi europei non possiamo lasciar soli gli ucraini che stanno strenuamente combattendo per la loro libertà.