Latelevisione italiana proprio non vuole lasciare l’abitudine del “tutto è benequel che finisce bene”. Nelle fiction,soprattutto quelle Rai, si assistecontinuamente al susseguirsi di eventi paradossali ed inverosimili per arrivarepoi sempre ad una lieta conclusione.

Ultimamenteè stata annunciata proprio la trasmissione del ciclo di film tv Rai dal titolo “Purché finisca bene”, cinque storie incui è assicurato il lieto fine. Il primo di questi appuntamenti è “Una Ferrari per due” con Neri Marcorè,Giampaolo Morelli, Anita Caprioli e la giovanissima Aurora Ruffino (nota alpubblico per essere Cris di Braccialetti Rossi).

Il film segue una trama moltostandard, un intreccio in stile vaudeville, in cui si mescolano continuamentele carte, fino allo scioglimento finale dove appunto tutto è bene quel chefinisce bene.

Non sonosolo i film Rai a seguire questo tipo di trama, tutto il prodotto delpalinsesto segue lo stesso principio solitamente. Prendiamo ad esempio serie daascolti record, come Un Medico in Famiglia e Tutti pazzi per amore. I protagonisti vedono le loro storie intrecciarsi sempre dipiù fino alle ultime scene della serie quando tutto magicamente si risolve.Risultando anche molto inverosimile.

Mamma Raivuole bene ai suoi ascoltatori, e proprio non vuole lasciarli con l’amaro inbocca quando chiude una Serie TV.

Corre il pericolo di risultare assurda, ma proprionon demorde nel rendere lieto il finale.

Comemai questa tendenza smisurata all’happy ending? Lanostra cara tivù vuole darci la speranza che finirà bene anche per il BelPaese? O è semplicemente un contentino per quelli che, nonostante le difficoltàeconomiche degli ultimi anni, pagano il canone e che vedono invece le classi“privilegiate” che evadono le tasse farlo senza grosse conseguenze?