Parte prima: la storia: Oggi, estate 2014, gli effetti della crisi del 2008 si stanno facendo sentire in modo sempre più drammatico: siamo in piena recessione economica! Le soluzioni? Prima di tutto dovremmo ristudiarci la "vecchia storia", ripercorrendo i cicli economici più importanti. In sintesi: 1) Roma, prima Repubblica poi Impero, ho fondato il proprio sviluppo esclusivamente sulle proprie Legioni, senza mai realizzare un sistema economico. Infatti, persa la supremazia militare, è arrivato il Medioevo. 2) Dopo Cristoforo Colombo, l'impero spagnolo ha depredato l'oro dei nativi americani, ma non è riuscito a creare una solida economia, così come Napoleone ha depredato i Paesi conquistati, Hitler gli Ebrei, mentre Stalin ha schiavizzato gli avversari politici, ma, finite queste risorse, hanno tutti fatto la misera fine che meritavano.

3) Gli Stati Uniti, dall'inizio del 1880 fino al 1929, sono riusciti a realizzare un forte sistema economico, ma solo in virtù del fatto che le risorse dei nuovi territori erano immense e non a disposizione di pochi "feudatari", come in tutti i paesi europei. Dopo il 1945, dovendo ricostruire buona parte dell'Europa e con la creazione di beni di consumo, lo sviluppo economico è stato esponenziale, ma, purtroppo, "selvaggio", ovvero privo di ogni e qualsiasi programmazione economica territoriale.

Sull'onda dello sviluppo, in Italia sono nati i cosiddetti "distretti industriali", ovvero aree territoriali caratterizzate da una "mono produzione"; per esempio, il distretto del mobile d'arte fra le province di Verona, Padova e Rovigo, il distretto delle cartiere a Lucca, quelli del pellame in Provincia di Vicenza, Firenze e Siena, quello degli occhiali in provincia di Belluno, quello delle rubinetteria in Piemonte, fino al Distretto dell'auto a Torino.

Ed è proprio questo l'esempio più eclatante di come uno sviluppo economico non programmato porti alla catastrofe. La Fiat guidata dall'avv. Gianni Agnelli aveva profonde radici italiane e, quindi, è sempre stata l'Industria italiana per eccellenza, dando occupazione diretta e indiretta a centinaia di migliaia di persone, prima di tutto a Torino.

La FCA di Marchionne nasce con una visione globale, lasciando a Torino il "deserto", pardon, le erbacce, che stanno crescendo copiose a Mirafiori. Che dire, infine, della Cina di oggi? Se la Cina di Mao Tse Tung, con tutti i propri limiti e difetti, aveva raggiunto un equilibrio socio economico e, soprattutto, ecologico, la Cina del XXI Secolo, in poco più di dieci anni, sta letteralmente inquinato il Mondo, producendo schifezze a basso costo.

E' questo lo sviluppo che vogliamo? Vogliamo trasformare l'Italia in una Shangai? Vogliamo che l'aria pura di Alpi e Appennini diventi irrespirabile come quella di Pechino? Morale? Il benessere sociale duraturo non si raggiunge né con le legioni né con l'industrializzazione selvaggia. Ma quale può essere la soluzione? Nel prossimo articolo inizierò a formulare le prime proposte. Se questo argomento ti interessa, inviami i tuoi commenti. Grazie.