Proviamo a metterci nei panni del ragazzino seviziato a Napoli, per un attimo proviamo a guardare quei momenti con i suoi occhi, a provare cosa vuol dire essere circondato da un branco di esseri cattivi e crudeli, proviamoci… voi ci riuscite? Chi riesce ad arrivare a capire il terrore che può aver attanagliato quel ragazzino? É al di là dell'umana comprensione l'orrore e la paura che può aver provato.

Seviziato perché obeso e da esseri che di umano non hanno che la forma e la nascita, esseri non classificabili in nessuna specie conosciuta alla scienza, perché nemmeno la belva più feroce commette l'assurda atrocità che quel branco ha commesso. Non si sa quale amore sviscerato, di una mamma per suo figlio, possa far pronunciare la parola "scherzo" per quel che quel degenerato ha commesso, non si sa fino a che punto possa arrivare il protettivo amore di una mamma, forse colpevole pure lei di non essere stata capace d'insegnare i fondamenti del vivere civile. Fatto sta che, quella mamma, davanti alle telecamere, ha rilasciato questa intervista, cercando la giustificazione per un comportamento che, forse, nemmeno lei riusciva a capire, ha rilasciato un'intervista che poteva fare a meno di rilasciare, proferendo parole assurde mentre, invece, doveva arrossire, chinare il capo e chiedere scusa, in nome del figlio e suo, al ragazzino vittima dell'aggressiva bestialità che, quel frutto marcio da lei partorito, aveva commesso.

Un genitore può cercare d'immedesimarsi in lei, può cercare di capire il suo senso di protezione innato verso il figlio, ma esistono dei limiti anche a questo, devono esistere dei limiti anche a quest'amore, che così, aperto ad accettare qualunque malefatta commessa dai figli come se fossero "scherzi" finiti male, in quest'assurda protezione, risulta malato. Non importa e non è il vivere in città difficili, si leggono notizie di branchi che assaltano, violentano o commettono crimini in tutte le città italiane, dai quartieri bene a quelli più malfamati. I branchi non hanno collocazione specifica, il malessere del loro vivere senza regole lo si avverte in tutte le città e quindi bisogna cercare quel che accomuna questi branchi di inutili esseri, agire su questa totale assenza di civico comportamento e dove può essere la causa, se non partendo dall'educazione che la famiglia impone ai figli?

Sì, la famiglia ha la colpa della creazione di questi mostri, purtroppo la colpevole vera è la famiglia che li cresce ed educa, semmai vi fosse una qualche forma d'educazione impartita, e la famiglia risente di quello che è la vita vissuta fuori, le regole che una nazione impone, con tutti i pro e i contro che il legiferare comporta. Perciò, quando in una nazione come l'Italia che, da anni, vede passare leggi che depenalizzano quelli che sono dei reati a tutti gli effetti, quando si vede dare un indulto a chi è venuto a rubarti a casa, quando si permette che nei partiti ci siano degli indagati, quando qualcuno che investe e uccide volontariamente, drogandosi o ubriacandosi, poi la fa franca in pochi mesi, ecco che cambiano i valori d'insegnamento da impartire ai figli e, sulla scorta di tutto questo, ci si compiace del proprio figlio, furbo e attento a vivere in quella giungla senza regole in cui si è trasformata la nostra nazione.

Ma che società marcia sta diventando, la nostra? Che generazione di figli stiamo portando avanti, se poi questi, in un furore demenziale, si riuniscono per seviziare un essere umano con un compressore?