Il provvedimento era atteso da tempo. Basta agli stereotipi delle pubblicità per e/o con bambini e adolescenti: questa è la missione dichiarata dall'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza (istituita nel 2011) che ha stipulato un apposito accordo con lo IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria). Lo scopo è quello di fare in modo che i messaggi commerciali e pubblicitari siano rispettosi della dignità dei bambini e dei ragazzi, evitando di "adultizzarli", di usare le loro immagini in modo malizioso e di trasmettere, specialmente agli adolescenti (più influenzabili e vulnerabili), messaggi sbagliati sulla perfezione del corpo, con il conseguente rischio di gravi patologie come l'anoressia e la bulimia.

Per rendere l'idea, si parla di "lolite" e "toyboys".

Si tratta di un'altra battaglia appartenente alla "guerra" intrapresa da qualche anno contro la pubblicità sessista e stereotipata, ed iniziata con il contrasto ai messaggi pubblicitari che raffigurano la donna nei suoi "tradizionali" ruoli di casalinga e massaia (chi l'ha detto che in una famiglia solo la donna deve pulire e cucinare?) oppure di "donna-oggetto" (corpo femminile associato a qualsiasi tipo di prodotto, anche quelli per uomini). Si tratta di messaggi pubblicitari che nascondono mentalità quanto meno retrograde e che, in qualche modo, ostacolano la realizzazione delle pari opportunità.

Alle donne, come soggetti deboli da tutelare, si aggiungono i bambini e gli adolescenti, che rischiano di ricevere oppure di essere loro stessi protagonisti di una comunicazione commerciale sbagliata e decisamente "antiprogressista".

Per questo motivo il Garante per l'infanzia e lo IAP hanno assunto seri impegni di vigilanza, controllo, segnalazione ed inibizione nei confronti di operatori scorretti: il primo, anche sulla base di suggerimenti ricevuti, dovrà individuare le pubblicità lesive dei diritti dei giovani e dei giovanissimi e richiedere il tempestivo intervento dello IAP, il quale dovrà, a sua volta, attivarsi velocemente per inibire e far cessare il messaggio pubblicitario sbagliato.

Del resto, in Italia, i comunicatori pubblicitari hanno già un loro codice di autodisciplina, che, all'art. 11, impone di porre una particolare cura proprio ai messaggi rivolti ai minori o che, comunque, possono essere da essi ricevuti, per non danneggiarli psicologicamente, né moralmente, né, tanto meno, fisicamente. Il protocollo che è stato sottoscritto a fine ottobre, avrà durata biennale. L'obiettivo, per il 2016, è quello di non dover più "subire" la visione di pubblicità che diffondono messaggi sbagliati e retrogradi ed immagini di lolite e toyboys.