‘Gasperini è come la maionese, è buonissima ma ogni tanto impazzisce’. Queste parole, di un tifoso genoano sul Muro dei Grifoni, rappresentano la sintesi di quanto visto al Castellani nella disfatta del Genoa contro l’Empoli. Oppure, estendendo le responsabilità alla squadra, si può affermare dopo nove giornate di campionato che il Genoa non ha due squadre ma è due squadre, indipendentemente da chi scende in campo: bello e spesso vincente in casa, a tratti indisponente e quasi sempre battuto fuori.

Difesa stravolta

Il leit motiv dei genoani dopo e perfino durante il match contro l’Empoli è stato uno solo: Gasperini ha completamente sbagliato la formazione, i cambi e in generale l’approccio alla gara. Le perplessità sono risultate evidenti dall’inizio, con una difesa già fragile e modificata in maniera innaturale: fuori Burdisso e De Maio, dentro Munoz e Marchese. Il primo reduce da un lungo infortunio, il secondo schierato fuori posizione, da centrale, a coordinare l’argentino e Izzo ai suo lati. Marchese non è Burdisso e la cosa è stata evidente fin dalle prime battute ma nel complesso è stato l’intero schieramento a risultare nefasto.

Centrocampo molle

A centrocampo, infatti, prosegue l’ostracismo gasperiniano verso Tachtsidis (match winner col Chievo) lasciato in panchina sacrificando Rincon a destra e non schierando né Diogo né Cissokho (poi entrato per Munoz) che avrebbero potuto presidiare quel settore. Perotti, inoltre, è stato schierato centrale del 3-4-1-2 e non largo a sinistra nel 3-4-3 praticamente ingabbiato dai padroni di casa, senza un rifornimento accettabile per Pavoletti e Gakpè. Quest’ultimo ha sulla coscienza la palla persa sul finale del primo tempo che ha portato al goal di Krunic anche grazie a una difesa di burro, impedendo al Grifone di andare al riposo quanto meno sul pari dopo una frazione di sofferenza ma anche con qualche buona occasione non sfruttata.

In mezzo al campo, detto di un buon Rincon sacrificato a destra, gara incolore di Laxalt dal lato opposto mentre Costa è apparso lento e poco propositivo. Discorso a parte per Ntcham, involuto e lontano parente rispetto al calciatore di classe e grinta fin qui ammirato.

Le ‘follie’ di Gasperini

Gasperini merita un capitolo a parte: detto della difesa incomprensibile e di un Perotti messo in condizione di non nuocere, non si può non parlare della gestione dei cambi e della ripresa. La sostituzione di Perotti ha lasciato scivolare le residue speranze e pochi secondi dopo è arrivato il goal di Zilinsky che ha chiuso la partita. Fuori Perotti, dentro Lazovic che neppure ha demeritato ma la chicca finale è stato il cambio Pavoletti/Capel.

Detto che Pavoletti non è stato brillante, reattivo e presente come altre volte, risulta un mistero come invece Gakpè (come Ntcham) abbia giocato 90 minuti. L’uscita di Pavoletti ha tolto ogni risorsa offensiva al Genoa dei ‘piccoli’ Lazovic e Capel con Gakpè. Risultato, zero pericoli e gara chiusa a metà ripresa. Genoa che in trasferta ha ottenuto un solo punto, a Udine, poi solo sconfitte. La prossima sarà ancora in trasferta, a Torino, prima della gara col Napoli in casa che concluderà le tre gare in sette giorni. Forse Gasperini ha scelto la giornata peggiore per il turn over, specie dopo la bella serie di gare senza sconfitte che il Grifone aveva intrapreso. Gasperini ogni tanto impazzisce, ma quello che si è visto oggi va oltre ogni precedente ‘follia’ del tecnico di Grugliasco. Resta una domanda: perché?