Voglio raccontarvi una storia triste, nel tentativo di lasciare un segno nelle persone che oggi non sanno ancora cosa vuol dire invecchiare. Il tempo scorre lento ma inesorabilmente segna e traccia i solchi nel volto di ognuno di noi, e i meno fortunati 'finiscono' dimenticati, per esigenze o necessità, all'interno di orridi luoghi che ne accompagnano infine la morte. Molti di questi anziani attendono la luce del giorno che li porta a capire se sono ancora vivi; qualcuno di loro non ha più ragione, ha vuoti di memoria, non ha più coscienza o vuole solo il proprio abbandono.

Altri invece aspettano disperati una voce amica che li venga a salutare, e con il passare delle ore restano spesso delusi, perché ancora una volta mentre si spengono le luci, si rendono conto che sono stati dimenticati. Si affidano così, giorno dopo giorno, a una mano che inesorabilmente cambia, non è mai la stessa; oggi è di 'questa', domani è di 'quella'.

Mantenere la coscienza

Con lo sguardo indagatore, osservano imperterriti il lavoro degli operatori sanitari, che troppo impegnati vanno su è giù per le stanze della 'magione'; un luogo che non è quello dove sono nati e da dove sperano fortemente di poterne fuggire.

Raramente l'operatore sanitario s'accorge, troppo preso dal suo incessante lavoro, di quel volto triste che a volte si permette, nel buio della propria stanza, una piccola lacrima solitaria. Passano le ore, i giorni, i mesi; incessanti gli anni, mentre si spengono le speranze di una mano conosciuta che ne carezzi il viso e che gli dia la speranza di non essere stato abbandonato. Così la delusione è tanta mentre s'avvicina la fase finale della vita e gli sguardi ricorrenti degli operatori conosciuti, sembrano farsi più assordanti e associali mentre rincorrono il tempo perduto. Brontolii e stizza perdono valore quando subentra in molti di loro la forza 'dell'ultimo passaggio', e mentre arriva il giorno in cui le 'luci' dell'uomo non si potranno più accendere, resteranno spente per sempre all'interno di una piccola cassa da morto.

La sorpresa dei ricordi

La continuità del lavoro di questi infermieri e operatori sanitari, accompagna gli 'abbandonati' ad una sorte irreversibile a cui difficilmente potranno scampare, e quando la mano amica di chi li ha accuditi non sarà più a loro dedicata, si starà già donando ad un'altra povera anima, triste, sola e abbandonata. Gli operatori sembrano spesso fredde macchine pronte a lavorare in qualsiasi situazione e in qualsiasi condizione, ma anche a questi capita di affezionarsi a un piccolo grande uomo che poi, immancabilmente gli 'sfugge' dalle mani. Così resta grande la complessità di questo lavoro quando compaiono le sorprese che riportano in vita la storia bellissima del passato di queste 'querce' umane.

A questo pensiero riporto in luce la storia mai dimenticata di un'anziano, che solo alla morte si scoprì essere di grande valore. Quell'uomo lasciò una poesia Intitolata "Cranky" -uomo vecchio (bizzarro, instabile e nervoso), trovata dalle infermiere che lo avevano curato e che pensavano non potesse lasciare niente oltre il suo mondo. La storia ricorda che tutti siamo destinati all'oscura notte; e quando qualcuno di 'questi piccoli grandi uomini' ci lasciano, riescono a riportarci a una dignità che non ha ne età ne distinzione.