Chi ieri sera era davanti allo schermo televisivo a vedere la partita di Coppa Italia tra Napoli e Inter avrà stentato di credere alle proprie orecchie e ai propri occhi. Non certo per la cronaca e per il risultato di un match prestigiosoche vedeva affrontarsi due tra le squadre più forti del campionato, ma per il dopo partita.

Per la prima volta l'allenatore della squadra che ha vinto, Mancini, invece di ringraziare e osannare i propri ragazzi, ha deciso di rendere pubblici gli insulti ricevuti dall'allenatore della squadra che ha perso, Sarri. Un comportamento che ha sconfessato la regola mai scritta per cui ciò che viene detto e fatto sul campo di calcio resta valido e attuale solo in quel contesto, e diventa obsoleto al di fuori dello stesso.

Apriti cielo dunque, tutti dicono la loro e pare che oggi nonsiparli d'altro; un po' come si fosse sconfessata una sottile linea di omertà collettiva alla quale molti si erano adattati. E dire che da tempoalcunedichiarazioni del massimo esponente del mondo del calcio, il presidente Tavecchio, avevano già dato adito a sequenze infinite di polemiche, smentite, accuse e quant'altro.

Del resto il mondo del calcio può soltanto essere una delle tante espressioni della nostra società; dunque se essa è malata perché mai l'universo pallonaro dovrebbe essere esente da questa forma di bassezza culturale? Forse perché il calcio più che uno sport è divenuto quel business che smuove una quantità spropositata di quattrini che neppure una stretta e pesante legge finanziaria riuscirebbe a fare?

Evidentemente col denaro non si può avere tutto, men che meno buona educazione, rispetto e sensibilità.

E forse non c'era neppure bisogno di giungere a tanto per capirlo; ma da ieri sera anche i sordi, ciechi e muti non potranno far finta di nulla e ripetere le solite cantilene relative al mondo dello sport, al suo lato educativo e culturale. Che di certo esiste ancora, ma va ricercato in quei campetti dove il dio denaro non ha ancora oscurato le menti degli attori protagonisti degli eventi... forse!