Alcune riforme, già da questo anno in corso, cominceranno a prendere forma. Si inizia dalla principale, quella del riordino nella Pubblica amministrazione, i cui decreti attuativi sono prossimi ad approdare al Consiglio dei Ministri del Governo. E' sempre stata quella della Pa, la riforma più difficile da attuare, e difatti, poco è stato fatto. Si tratta di un settore, che occupa molte persone,e la politica, con tutte le buone intenzioni, come sappiamo, fa sempre l'occhiolino, e l'argomento diventa un tabù, che viene sempre palleggiato, ma mai risolto.

E' sicuramente un grosso errore della politica, perché se non si comincia da quella parte, il problema economico italiano non si risolve.

Un taglio alla burocrazia

Si possono dire tante belle parole, ma per questa soluzione, bisogna uscire dalla ipocrisia. Nuove regole serie in grado di incanalare la struttura, su un binario giusto, eliminando gradualmente quello strato ed "ostacolo", infrapposto, che in gergo si chiama burocrazia. Il Governo ha centrato il punto: ha capito che bisogna agire. Ogni comparto dell'amministrazione deve avere un compito da svolgere, con personale specializzato e con l'ausilio delle nuove tecnologie. Partendo dai Comuni, che sono la cellula elementare di partenza, con accorpamento dei piccoli aggregati urbani, con l'eliminazione delle consulenze, e gestione dei servizi collettivi a rete, si può veramente rendere un servizio più efficiente alla cittadinanza, con un bel risparmio per i tartassati contribuenti.

Ruolo importante delle opposizioni

Tutto ciò, naturalmente, deve avvenire salvaguardando gli attuali posti di lavoro. In questa impresa, ci vuole molta determinazione, che non manca al Governo, ma soprattutto urge la collaborazione delle opposizioni per allargare la base di consenso alle stesse riforme. Questa volta però l'opposizione, non se la può cavare con la sola critica, a volte distruttiva, ma deve dimostrare responsabilità.

I cittadini sanno apprezzare chi veramente lavora per il bene di tutti. Non sono apprezzate neanche facili concessioni in chiavi elettorali. Gli elettori sono diventati saggi e non voteranno sull'onda del populismo. Anche noi critichiamo molto spesso il Governo, ma al fine di apportare un piccolissimo contributo,a quella trasformazione di cui tutti abbiamo bisogno.

Avanti quindi al riordino delle società partecipate, che devono sempre diventare più competitive,e non frutto di nomine politiche, non solo, ove vi fossero manchevolezze, devono essere soggette, anche a fallimenti, come le imprese private.