In televisione, sarà capitato a molti di vedere servizi contro le regioni e gli enti locali che assumono troppo personale. In alcuni casi, in modo superficiale, alcuni hanno gridato anche allo scandalo, ma invece la cosa che scandalizza è che la tv mandi messaggi simili. È assurdo, con la crisi di lavoro che c'è, che si contrastino gli enti locali che danno lavoro e fanno sopravvivere famiglie.
Assumere nel pubblico è reato
Si finisce con il far passare il messaggio che assumere nel pubblico sia reato. Da molti anni, con la scusa di "stringere la cinghia" per ridurre il debito (che non fa altro che crescere) si effettuano tagli ai posti di lavoro pubblici e il blocco del turn over, anche perché si lascia intendere che tutti i dipendenti pubblici siano dei fannulloni e, di conseguenza, assumere nel pubblico sia uno spreco. Ma cosa invece dovrebbero fare davvero regioni, comuni ed enti locali?
Partendo dal presupposto che ci sono servizi essenziali che lo Stato deve fornire ai cittadini (documenti di varia natura, tasse, licenze per costruire, assistenza, servizi ai cittadini, sostegno economico, aiuto agli anziani, sostegno a famiglie povere, agli invalidi, servizi per l'infanzia, scuola, sanità, sicurezza ecc.) per farlo deve assumere personale, mentre ci sono comuni e regioni che spendono soldi per sperperi, e c'è chi investe i fondi stanziati (spesso dalla Comunità Europea) per i disoccupati o per assunzioni di giovani laureati e diplomati per svolgere servizi utili alla comunità.
Quindi, sentire in tv politici che gridano allo scandalo perché ci sono regioni, come la Sicilia, che assumono troppo personale, rispetto alla Lombardia che ha pochissimi impiegati e viene spesso inquisita per sperperi della casta, è assurdo.
I servizi essenziali non assicurati
Se si va fuori dall'Italia come in Grecia, in Svizzera, Austria, Belgio, Francia e Germania, ogni comune è curato esteticamente: dalla pulizia delle strade alle stesse abitazioni, mentre le province italiane al Sud e al Nord - la stessa Roma - sono piene di degrado. Senza emulare paesi come la Grecia (che non è certo un esempio da seguire), quello che andrebbe fatto è proprio questo: assumere il personale necessario per tenere pulite le proprie città, pulire le fogne, abbellire e fare riparazioni o curare i giardinetti di ville comunali, ma anche tenere compagnia agli anziani piuttosto che sprecare i soldi.
In parole povere, le P. A. devono assicurare i servizi basilari di comuni e città quali sanità, sicurezza, scuole aperte e vigilate con uffici muniti di dipendenti sufficienti, per fare in modo che questi settori possano operare in efficienza, e non certo bloccare le assunzioni. Oggi, difatti, in molte città, i servizi essenziali non sono assicurati, per mancanza di personale.
In tv si realizzano servizi nei quali si mostrano cittadini che dormono per strada e sotto i ponti, mentre altri vengono ritrovati morti per il freddo. Questi potrebbero essere salvati dallo Stato se svolgesse uno dei suoi obblighi, cioè la piena occupazione, assicurando quanto meno l'efficienza di ospedali, scuole e comuni, assumendo il personale necessario a farli funzionare. La politica da anni non bandisce concorsi e riduce i posti di lavoro pubblico sostenendo il privato, pagando in sua vece i contributi, anche se chi lavora per il privato è spesso sottopagato e non ha diritti. Sarebbe utile un'inversione di tendenza, tornare ad assumere nei settori realmente utili e necessari e, semmai, licenziare i fannulloni e gli assenteisti, non di certo bloccare le assunzioni.