È giunta all’attenzione degli uffici delle Scuole di Specializzazione la comunicazione del ONFMS (Osservatorio Nazionale Formazione Medica Specialistica) relativa all’impatto della direttiva europea 2003/88/CE sulla formazione dei giovani medici. Il parere dell’Osservatorio ribadisce ancora una volta come la turnazione e i tempi di riposo per i giovani specializzandi in formazione siano del tutto inadeguati e passibili di mettere in discussione il benessere psico-fisico degli studenti oltre ad inficiare l’obiettivo stesso della formazione. Al parere vincolante dell’Osservatorio sembrano sorde le istituzioni destinatarie (Miur e Ministero Salute) che ad oggi non hanno ancora fornito nemmeno una risposta formale alle questioni sollevate.
L’attività dello specializzando non può essere sostitutiva
Turni troppo lunghi e riposo inconciliabile con l’attività formativa. È questo in sostanza il parere dell’ONFMS sull’entrata in vigore della legge 161/2014 art. 14 che ha recepito le disposizioni in materia di orario lavorativo del decreto legislativo 66/2003. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio la normativa in questione si riferisce all’orario di lavoro per il personale dirigenziale e del ruolo sanitario del SSN, fattispecie dalla quale gli specializzandi sarebbero dunque esclusi. Il medico in formazione è infatti in possesso di un contratto appunto “di formazione” e non svolge quindi “orario di lavoro” propriamente detto ma deve invece attenersi al programma di formazione dell’Ordinamento didattico del proprio Corso di Specializzazione.
Nella nota si ricorda come il contratto dei medici in formazione sia finalizzato esclusivamente all’acquisizione delle capacità professionali relative al titolo di specialista: per nessuna ragione quindi l’attività dello specializzando può essere sostitutiva di quella del personale di ruolo. Per contro nemmeno l’Ateneo o la Regione, controparti del contratto di formazione, possono essere qualificati come “datori di lavoro”, escludendo quindi tutte le fattispecie inserite nella normativa in questione.
Troppo lavoro/assistenza, poca formazione
Sulla base di tali motivazioni il parere dell’Osservatorio riafferma come “ineludibile e indispensabile salvaguardare il benessere psico-fisico dello specializzando” che, fermi restando gli obblighi formativi, dovrebbe avere accesso a intervalli di riposo adeguati. L’uso improprio degli specializzandi, come sottolineato più volte da Federspecializzandi, va a tutto danno della formazione: se è vero che bisogna passare molto tempo in ospedale, è altresì necessario fare in modo che le ore di lavoro/assistenza rimangano entro certi limiti, in modo tale da garantire agli studenti i tempi da dedicare ad un’adeguata formazione.
L’affiancamento e la supervisione del medico specialista, oltre alle mansioni destinate in primo luogo all’apprendimento, restano dunque imprescindibili per la qualità dei giovani medici e del sistema sanitario stesso che solo oggi tra numerose ambiguità recepisce una direttiva vecchia 13 anni.