Sarà l'Egitto a presiedere la commissione d'inchiesta internazionale sul caso dell'airbus A320 precipitato in mare per cause ancora sconosciute. Lecito, perchè si tratta di un velivolo della compagnia di bandiera de Il Cairo. Ma non ci si può assolutamente fidare, visti i precedenti recenti tra cui il caso di Giulio Regeni sulla cui uccisione il governo, la cui polizia avrebbe precise responsabilità, non sta dando risposte soddisfacenti.
Quello che lascia perplessi è il comportamento delle democrazie occidentali che continuano ad intrattenere relazioni diplomatiche con uno dei più feroci dittatori del mondo attuale.
'Desaparecidos': Al Sisi come Videla?
I dati che sono stati forniti dalle associazioni per i diritti umani sono desolanti. Soltanto da gennaio di quest'anno sono oltre 400 le persone scomparse in Egitto di cui non si hanno più notizie. Le carceri traboccano di detenuti per motivi politici, quasi 250, molti dei quali sono stati torturati. Non ci sono stime su quello che è il numero dei morti per il regime carcerario egiziano ma le poche testimonianze parlano di giustizia sommaria ed esecuzioni "a sangue freddo", di soggetti che sono stati trucidati sul posto poco dopo l'arresto.
Abd Al Fattah Al Sisi comanda con il pugno di ferro ed il suo regime ricorda quello tristemente famoso di Jorge Rafael Videla, il comandante della "junta militar" che a cavallo tra gli anni '70 ed '80 in Argentina si macchiò di tremendi crimini contro la popolazione. Riteniamo che l'errore principale delle democrazie europee sia quello di andare "a braccetto" con questi dittatori fino al momento in cui qualcuno non decide che devono essere "estirpati". Non vediamo sostanziali differenze tra l'attuale regime egiziano e quello di Saddam Houssein in Iraq, diventato quest'ultimo un "pericolo" nel momento in cui minacciava gli interessi economici di Stati Uniti ed Europa.